Nuova edizione italiana del Messale Romano

A cinquant’anni dalla pubblicazione del Messale Romano di Paolo VI, primo frutto del rinnovamento voluto dal Concilio Vaticano II, i Vescovi italiani presentano la terza edizione del Messale con una rinnovata traduzione.
Questa terza edizione rappresenta quindi l’ultima tappa di un cammino di Chiesa che, fedele alla via tracciata dalla riforma conciliare, «riforma irreversibile», riconosce alla liturgia una importanza decisiva nella vita delle comunità e un ruolo determinante nel suo impegno di evangelizzazione. Ma come ha ben sottolineato papa Francesco, «l’applicazione pratica, guidata dalle Conferenze Episcopali per i rispettivi Paesi, è ancora in atto, poiché non basta riformare i libri liturgici per rinnovare la mentalità. I libri riformati a norma dei decreti del Vaticano II hanno innestato un processo che richiede tempo, ricezione fedele, obbedienza pratica, sapiente attuazione celebrativa da parte, prima, dei ministri ordinati, ma anche degli altri ministri, dei cantori e di tutti coloro che partecipano alla liturgia. In verità, lo sappiamo, l’educazione liturgica di Pastori e fedeli è una sfida da affrontare sempre di nuovo».

I Vescovi italiani, nel messaggio che accompagna la pubblicazione di questa nuova edizione del Messale, si sono rivolti alle nostre comunità con questo invito: «riscopriamo insieme la bellezza e la forza del celebrare cristiano, impariamo il suo linguaggio – gesti e parole – senza appiattirlo importando con superficialità i linguaggi del mondo. Lasciamoci plasmare dai gesti e dai “santi segni” della celebrazione, nutriamoci con la lectio dei testi del Messale».

Pubblichiamo il Decreto Vescovile con il quale si stabilisce che la terza edizione italiana del Messale Romano venga adottata a partire dalla Prima domenica di Avvento. (29 novembre 2020)

Su segnalazione dell’Ufficio Liturgico diocesano, alleghiamo altresì il Sussidio preparato dagli Uffici della CEI, utile per tutti, preti e laici, per conoscere meglio il nuovo Messale e le sue potenzialità.

 

 

La riflessione di don Anselmo Morandi – Direttore Ufficio liturgico diocesano

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