The Economy of Francesco

Nella scorsa settimana durante l’evento organizzato dal The Economy of Francesco Committee sui temi del sistema economico globale, che ha visto la partecipazione di giovani imprenditori, lavoratori e studiosi da tutto il mondo, ci si è spinti ben oltre il formalismo. Un grido d’urgenza partito dai giovani, strutturato tecnicamente dalle componenti accademiche e espresso drammaticamente dal video conclusivo di Papa Francesco. Una riflessione maturata in questi mesi grazie ai tanti gruppi di lavoro che hanno continuato lo scambio di idee e di progettualità nonostante le difficoltà operative per la pandemia, tra cui anche i due giovani lodigiani Andrea Stringhetti e Luca Servidati.

Le gravi evidenze sociali, economiche e ambientali che il nostro sistema produce sono ormai visibili a tutti; non è possibile pensare che si possa costruire un nuovo futuro sostenibile senza uscire dalla logica univoca produzione-consumo. Un sistema che ha creato un gap antropologico ormai incolmabile. Una realtà che esclude sempre più persone e che mira a creare dominio e non vero sviluppo. Dobbiamo allora ripartire dalla persona e ritrovare il senso profondo del nostro agire economico e sociale; senza farsi scoraggiare da chi delegittima l’idea per paura o interesse; vivendo la codarda debolezza del “si è sempre fatto così”. Tre sono i passaggi chiave che ci potranno portare ad una transizione verso una vera economia generativa; capace cioè di dare vita, rispettare la vita, creare opportunità e sostenibilità per la vita che verrà. Il primo è la “Vocazione”, così la definisce Papa Francesco. Occorre interrogarsi sul fine e sul significato del nostro agire economico e sociale; riscoprirne le motivazioni profonde e gli obbiettivi. È un esercizio di senso che si estende in termini assolutamente laici coinvolgendoci integralmente come persone. Il secondo passaggio è trasformare questi valori in “Cultura”; cioè porli sul piano della coscienza diffusa e condivisa ma anche al vaglio della sostenibilità reale. È un processo che mette in gioco in questa fase le nostre competenze tecniche, scientifiche, organizzative e che traduce i valori in un progetto complessivo.

In ultimo il “Patto”. Riscoperti i valori ed esplicitato un progetto culturale, questi devono tradursi in un rinnovato patto sociale. Un momento costituente dove ognuno è obbligato a mettere in gioco le proprie capacità ed i propri privilegi, partendo da coloro che hanno maggiori possibilità. Come esplicitamente evidenzia lo stesso Francesco: il tutto è superiore alla parte. Occorre ripensarsi tutti insieme con la consapevolezza che se ognuno pensa a massimizzare il proprio bene individuale questo sacrifica il bene di tutti. Occorre che in questo patto si pensi soprattutto a quelli che oggi sono gli esclusi dal sistema, coloro che non sono considerati ma ne pagano le conseguenze; tra questi necessita particolare attenzione l’ambiente. È una missione politica. Emergono le parole di Benedetto XVI, citate e più volte ripetute da Papa Francesco: la fame non è dovuta ad una povertà di risorse materiali, ma ad una povertà di risorse sociali. È stato dunque sottolineato come il pianeta e le nostre capacità siano in grado di soddisfare i bisogni di tutti se, politicamente e come comunità, riusciamo ad indirizzarne la ricchezza in chiave inclusiva e sostenibile.

Dobbiamo dunque partire, ora e senza indugi, con una azione politica ed economica che si fondi su questo rinnovato patto sociale. Un agire che parta dalle istituzioni, arrivi ai cittadini e coinvolga le imprese in piena responsabilità.

Non si può più pensare a correttivi di problemi che noi stessi generiamo, la situazione è ormai fuori controllo. Il tema di oggi è come nel nostro agire sradichiamo in partenza le cause dell’esclusione, della crisi ambientale dell’insostenibilità economica e della povertà.

Su questo percorso dobbiamo incamminarci tutti e iniziare a pensare ad un rinnovato protagonismo politico che, inondando le istituzioni di valori antropologici, renda attuabile un nuovo patto sociale che miri allo sviluppo integrale della persona e di ogni donna ed ogni uomo.

Riccardo Rota
Direttore dell’Ufficio diocesano di Pastorale sociale

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