Settimana Sociale dei Cattolici Italiani

Si è chiusa, domenica 24 ottobre a Taranto, la 49esima Settimana sociale dei cattolici italiani, ma da questi giorni di incontro, confronto, riflessione, gli oltre settecento delegati provenienti da tutta Italia tornano a casa con la voglia di ripartire.
Il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, ha espresso a nome di tutti la volontà di cercare una strada condivisa per coniugare ambiente, lavoro, sviluppo, a cominciare dalle buone pratiche già esistenti sui territori, in un cambiamento che non avviene solo dall’alto, ma parte dall’impegno di ciascuno.

Per il Lodigiano erano presenti il vescovo Maurizio, accompagnato dal direttore dell’Ufficio di Pastorale sociale Riccardo Rota, Luca Servidati di Caritas e Benedetta Landi, vicepresidente dei giovani dell’Azione cattolica lodigiana. «È stata senza dubbio un’esperienza positiva – racconta Rota -.
Torniamo nella nostra diocesi con la consapevolezza che esiste un’idea che accomuna tutti, cattolici e non. Si tratta dell’ecologia integrale di Papa Francesco, un obiettivo riconosciuto da tutti gli interlocutori intervenuti durante la Settimana, sia quelli del mondo cattolico, sia delle istituzioni.
Ora, è fondamentale trovare il modo per tradurre questo ideale in azioni pratiche, sia dal punto di vista della politica sia dell’impegno individuale. Ci stiamo giocando una buona parte del nostro futuro e di quello delle prossime generazioni».
Rota ha evidenziato le opportunità offerte dalla Cop 26 e dai fondi del Pnrr, che possono essere un punto di partenza per arrivare a una vera e propria trasformazione del nostro modello di sviluppo.

La delegazione della diocesi di Lodi a Taranto guidata dal vescovo Maurizio

Luca Servidati, invece, è rimasto particolarmente colpito dalle parole di suor Alessandra Sterilli, economista e segretaria del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale: «È stata lei a firmare il manifesto dell’alleanza per i giovani: mi è rimasto impresso ciò che ha detto in merito all’”economy of Francesco”, che ha definito come un nuovo terreno generativo partecipato dai giovani con una nuova modalità, sganciati da ogni percorso pregresso. Questi giovani, secondo Smerilli, quando tornano nelle loro diocesi carichi di entusiasmo non possono essere incasellati in vecchi percorsi, ma anzi valorizzati perché il loro contributo può rivitalizzare la tradizione con un linguaggio nuovo, una spinta nuova».
Il linguaggio nuovo, la spinta nuova sono proprio ciò che ha colpito Benedetta Landi, che al ritorno nel Lodigiano ricorda l’entusiasmo di questa Chiesa italiana che si confronta con le sfide della contemporaneità: «Come giovane, ho notato la vivacità delle proposte degli adulti, anche dei vescovi – spiega -. Nell’ambito, ovviamente, della modalità che contraddistingue gli ambienti ecclesiali, ho visto la volontà di tutti di mettersi in gioco, di ascoltare, di dare vita a qualcosa di concreto». Anche Landi, tuttavia, evidenzia la necessità e la difficoltà di trasformare in azioni le idee condivise: «Le proposte devono diventare un impegno, e perciò hanno bisogno di un linguaggio che sia adeguato, perché davvero si possa lavorare insieme per difendere l’ambiente e le persone, per convertire il nostro modello di produzione nel rispetto della dignità dell’umano. La sfida si gioca nelle diocesi, nelle parrocchie, nelle famiglie».

In questo contesto, tutti e tre i delegati lodigiani hanno evidenziato il ruolo fondamentale del Sinodo diocesano nel cammino che si prospetta per la Chiesa: il grande evento che sta coinvolgendo la diocesi di Lodi, infatti, è già un modo per cominciare a declinare nella pratica gli obiettivi espressi da Papa Francesco fin dalla Laudato Si’ perché l’umanità possa essere davvero una fraternità universale.

Articolo di Federico Gaudenzi tratto da il Cittadino del 26 ottobre 2021 (cliccare Qui per la versione PDF)

Maggiori approfondimenti sul sito www.settimanesociali.it

 

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