«Lo Spirito ci doni sapienza, entusiasmo, dedizione. Con San Bassiano sempre intercedente per noi»
Cari fratelli e sorelle, la valenza ecclesiale e la portata legislativa, con i riflessi pastorali, che questa promulgazione del Libro Sinodale comporta mi sono ben note e avremo modo di approfondirle. Stasera vorrei che ci lasciassimo afferrare dallo Spirito in una sorta di dialogo orante ispirato dalla lode e dal rendimento di grazie. Spirito di Pentecoste, vieni, a ricomporre da ogni confusione e dispersione l’unico linguaggio dell’amore che ci rende fratelli e sorelle, tutti. Sempre in agguato è, infatti, la Babele (Gen 11,1-9) delle nostre incertezze e sicurezze indebite, illudendoci di poter edificare la città e toccare il cielo, facendoci un nome dimenticando Dio: ma l’oblio di Lui è oblio dell’uomo. “Per Cristo e in Cristo – invece – riceve luce quell’enigma del dolore e della morte, che al di fuori del Vangelo ci opprime”. È il magistero della Chiesa: entusiasmante! “Cristo è risorto, distruggendo la morte con la sua morte, e ci ha ridato la vita, affinché, figli nel Figlio, esclamiamo nello Spirito: Abbà, Padre” (GS 22).
Per questo abbiamo fatto Sinodo, invocando il Paraclito, affinché tra le persone e le cose giungesse a tutti il Vangelo della risurrezione. Spirito Santo vieni a plasmarci con la divina liturgia ed essa approdi alle aspirazioni e povertà di ciascuno. Nessuno manchi di consolazione, forza, sostentamento nella carità creatrice e redentrice, carità del compimento affinché “Dio sia tutto in tutti” (1Cor 15,28). Per questo abbiamo fatto Sinodo attingendo unità tenace e perseverante dal mistero pasquale, dall’acqua viva che disseta e guarisce, divenendo nell’Amore Trinitario una cosa sola e avanzando nella storia chiamati dal Signore al Regno eterno. Spirito Santo, vieni, Tu che abiti la chiesa-sposa riunita con Maria e gli apostoli nel fuoco della lode per glorificare il Padre e il Figlio in Te, che sei Signore e dai la vita immortale. Vieni a lavarla nel sangue di Cristo e a nutrirla col suo corpo, affinché cammini su questa nostra terra, ed essa accolga il buon seme della Parola divenendo casa comune e bella, che tutti include e nessuno mortifica grazie alla tua armonia. È un altro perché del Sinodo! Mettere in fuga il caos delle menti e dei cuori, fermando l’impertinenza mendace, ingannevole e deludente del male e del maligno. Il principe del mondo è precipitato nella sua insipienza, avendo il Dio potente nella debolezza instaurato fede, speranza e amore perché svanisse la notte del mondo al grido della luce pasquale di Cristo. Vigilare rimane doveroso per ripartire sempre “di fede in fede” (Rm 1,16b) dopo ogni indebita sosta col perdono accordato da Dio. Affronteremo malattia, ansietà, solitudine e persino la disperazione, che talora s’insinua subdola tra i desideri essenziali del pane quotidiano, del lavoro, della casa, nelle relazioni sociali, economiche, politiche e culturali. Vorremo ribadire sempre la centralità indisponibile di ogni persona nell’unica famiglia umana pensata dalla maternità e paternità divina.
Ti abbiamo invocato, Spirito di Dio, aprendo il santo Evangelo attorno all’altare eucaristico. Ora siamo qui di nuovo davanti a Te (adsumus!) per consegnarti il frutto del lavoro da Te ispirato. Aiutaci a condividere il “tuo gemito inesprimibile” (Rm 8,22-27) considerando nostra ogni fragilità per alleviarla e rafforzarci tutti nella stessa solidarietà. Qui ci vuoi. Non altrove. Qui, “secondo i disegni di Dio”. Qui, nella realtà, per gridare col Risorto: “chi ha sete venga a me e beva…” (Gv 7,37-39). Così, cari fratelli e sorelle, possiamo rendere grazie a Dio firmando il Libro Sinodale con l’espressione: “lo Spirito Santo e noi” (At 15, 28). È l’impegno della Chiesa di Lodi, disponibile – responsabilmente e gioiosamente – a servire il Vangelo, cominciando dalle nuove generazioni, dai poveri e sofferenti, ricercando la divina volontà, che è fonte di pace (in la sua volontade è nostra pace: Paradiso, c. III, vv 85). Allo Spirito, al Principe e alla Regina della pace, affidiamo insieme a papa Francesco, senza stancarci, le sorti dell’amata Nazione Ucraina. Ma nella veglia di Pentecoste lo Spirito di pace è pronto a donare serenità e pace a ciascuno, ad ogni famiglia e comunità, a tutti i popoli nella fraternità universale. Lo Spirito manterrà sulla Via le diverse componenti ecclesiali nella stima e collaborazione vicendevoli. È di tutti il Libro Sinodale e solo insieme approderemo all’auspicata conversione pastorale nella prossimità a Dio e all’umanità in autentico spirito ecumenico e interreligioso. Col proposito di avvicinare, insieme alla Chiesa italiana e universale, i mondi dell’estraneità religiosa che sono comunque in profonda ricerca di senso e fare questo “ senza svendere la dottrina né cambiare l’antropologia ma individuando le vie perché nessuno si senta escluso in partenza bensì accompagnato all’incontro col Vangelo secondo il passo di ciascuno” (cfr Assemblea CEI, sintesi narrazioni diocesane nel percorso sinodale, maggio 2022).
L’attuazione del Sinodo è avviata e dipende da tutti noi. Si impone la prospettiva liturgica, specie in considerazione del Congresso eucaristico nazionale di Matera finalizzato a renderci esplicitamente “Chiesa eucaristica e sinodale”. Lo Spirito ci doni sapienza, entusiasmo, dedizione. Con San Bassiano sempre intercedente per noi. E la Madre di Dio e nostra, memoria e futuro di nuova umanità, continuerà ad indicarci la Via da percorrere insieme, custodendo per tutti la certa speranza pasquale (cfr preghiera sinodale). Amen.
+ Maurizio, vescovo
Omelia del vescovo di Lodi, monsignor Maurizio Malvestiti alla Veglia di Pentecoste, sabato 4 giugno 2022, con la promulgazione del Libro Sinodale.