Al voto sui capitoli “Terra” e “Cose” nella nona Sessione del XIV Sinodo

Domani pomeriggio in cattedrale è in programma l’ultima seduta operativa

Domenica 13 febbraio i sinodali sono convocati alle ore 14.30 in cattedrale per la nona sessione sinodale. Salvo sorpresa, sarà l’ultima seduta operativa.

Il prossimo 25 marzo, festa dell’Annunciazione si celebrerà infatti la S. Messa conclusiva del XIV Sinodo della Chiesa Laudense. Al voto il capitolo tre dedicato alla “Terra” ossia al legame originario che lega ciascuno di noi al luogo che abitiamo ed una comunità al territorio, tanto da definire la Diocesi “Chiesa locale”. Da questo legame identificativo che condiziona sia il modo di vivere che di testimoniare la fede, deriva anche una necessaria organizzazione territoriale. Oggetto di questo capitolo sono le realtà diocesane con un chiaro rimando al Regolamento della Curia che verrà definito e promulgato; la riaffermazione della dimensione parrocchiale dell’esperienza di Chiesa, chiamata però a riscriversi nel contesto attuale che esige una vera e propria conversione missionaria. Questa apertura e questo modo di vivere l’appartenenza al territorio, invita ad una più strutturata collaborazione sia tra le comunità ecclesiali, sia con le altre realtà operanti nello stesso ambito territoriale. È un cambiamento di mentalità profondo a cui si dovranno educare gradualmente le comunità, non solo per la necessità che deriva dalla significativa riduzione del numero dei sacerdoti. Da questa sezione dello strumento di lavoro, per decisione del Sinodo è stata tolta la parte più dettagliata dedicata alla vita liturgica, che confluirà in un apposito direttorio liturgico.

Una delle determinazioni che potrà uscire da questo sinodo, se troverà l’approvazione definitiva dei sinodali, sarà l’avvio delle “comunità pastorali”. La differenza rispetto alle “unità pastorali” consiste nel pensare ad una collaborazione più continuativa, organica, sostenuta da una chiara progettualità condivisa e affidata alla guida di un solo parroco, accompagnato dal servizio di altri sacerdoti. Anche i Vicariati, dopo una ulteriore consultazione della commissione e dei vicari zonali, avranno una nuova configurazione. L’ipotesi più suffragata è di ridurli da otto a sei, ma essa richiederà poi una migliore precisazione da parte della commissione stessa, costituita prima dei lavori sinodali.

Una rinnovata interazione è oggi richiesta anche con le istituzioni, i gruppi e le associazioni che offrono il contributo del loro impegno sul territorio alla vita sociale in cui sono immerse le comunità cristiane. La riduzione delle forze disponibili anche nel laicato fa appello ad una oculata considerazione delle iniziative da realizzare, accettando di non prendersi direttamente carico di ogni aspetto e questione emergenti sul territorio in assoluta autonomia, ma evitando doppioni e sovrapposizioni grazie alla collaborazione pur nel rispetto delle specificità del mondo ecclesiale rispetto a quello civile.

Trova spazio in questo capitolo il riferimento alla cultura, alla scuola, ai media e ai social. Si tratta di “luoghi” vecchi e nuovi in cui ci si incontra, si dialoga, ci si confronta, si cresce plasmando pensieri, abitudini ed esistenze. Da questi “spazi” la Chiesa non può e non deve essere assente, bensì trovare la via più confacente per abitarli e portare a tutti la testimonianza buona del Vangelo.

Finalmente dopo due rimandi l’Assemblea sinodale voterà anche il capitolo 5 “Cose”. Il Sinodo darà così un chiaro orientamento per la gestione e la valorizzazione dei beni. La novità che è emersa proprio in seno al confronto sinodale riguarda i paragrafi in cui saremo chiamati a concretizzare la doverosa attenzione ecologica. Due scelte che tenteranno di andare incontro ad una gestione dei beni più condivisa e che possa in qualche misura sollevare un po’ i parroci dalle fatiche amministrative e burocratiche sono il rafforzamento dell’Ufficio Amministrativo della Curia e l’istituzione di un Fondo o di altro contenitore gestionale per i beni immobili delle parrocchie, partendo da una commissione che ne dovrà studiare la fattibilità e procedere al suo avvio.

Nell’ultimo capitolo si tratta anche della salvaguardia e del miglior utilizzo dei beni artistici e culturali. Anch’essi segnano una via promettente per nuove forme di annuncio e catechesi attraverso le opere d’arte di cui le nostre chiese sono custodi.

Insomma un finale davvero ricco di scelte, che potranno risultare decisive per il futuro cammino ecclesiale. Una conclusione che dovrà necessariamente trovare ulteriore completamento e precisazione nella fase post sinodale, attraverso il lavoro di specifiche commissioni e quello stile di sinodalità ordinaria che l’evento ecclesiale ha inteso incoraggiare e che impegnerà la chiesa universale nei prossimi anni.

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