«Anche il Sinodo è modello di pace, che dalle comunità arriva al mondo»

L’intervento di apertura del vescovo Maurizio

Si è aperta con un richiamo alla pace, la nona Sessione del Sinodo diocesano. Un richiamo declinato nella preghiera, e nelle parole del vescovo Maurizio, che ha pronunciato un forte appello alla fratellanza e all’unità. «Sento il desiderio e il dovere di affidare al Signore la nostra preghiera per quello che sta succedendo alle porte dell’Europa – ha affermato monsignor Malvestiti -. Ci sono due popoli cristiani, quello russo e quello ucraino, che condividono la tradizione ortodossa frutto della medesima radice inscritta persino nel nome “Rus’ di Kyiv”: la fratellanza è la risposta alla crisi».

«La fratellanza – ha proseguito – è la risposta che anche la nostra Chiesa laudense, con il suo Sinodo, vuole affermare con molta umiltà. Il Vangelo ci invita ad essere “una cosa sola perché il mondo creda”, e questo è ciò che dobbiamo fare. Chiediamo al Signore di sostenere tutti i tentativi di trovare la pace, perché lo spirito di unità e di pace è lo Spirito di Cristo, ed è più forte di ogni questione, di ogni controversia».

Il vescovo ha citato il libro dei Proverbi, che nel primo capitolo parla dei danni causati dallo «sbandamento degli inesperti» e dalla «spensieratezza degli sciocchi», ma confermando che «chi ascolta me vivrà tranquillo e sicuro dal timore del male». Così, il Sinodo stesso è invitato a perseverare nella sua missione coltivando lo spirito di ascolto, «per essere costruttori, nelle nostre comunità, di quella pace che poi si diffonde nel mondo». Infine, un richiamo anche pratico ai “sinodali”, in vista della conclusione delle votazioni e del complesso lavoro di stesura del testo definitivo del libro sinodale: «Confermo la volontà di fare spazio ad ogni proposta – ha garantito il vescovo -. Confido però nella vostra pazienza, per il non facile lavoro della presidenza, che ha cercato e cercherà di non sacrificare alcun contributo».

Monsignor Malvestiti ha spiegato che il libro sinodale includerà, almeno nelle note, nelle appendici e negli allegati, tutti contenuti discussi: «La stesura del testo definitivo impegnerà non soltanto la presidenza» ha spiegato il vescovo, aggiungendo: «Le proposte emerse, anche quelle che non dovessero essere incluse esplicitamente nel testo definitivo, saranno consegnate agli uffici di curia e agli organismi preposti all’attuazione». In queste parole, un primo accenno al fatto che, concluse le Sessioni sinodali, comincerà il vero e importante lavoro di recepire le proposte, l’accoglienza dei lavori sinodali che dovranno essere tradotti nella pratica della vita della Chiesa laudense attraverso le sue comunità.

di Federico Gaudenzi

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