Bianchi: «La vostra riflessione conduce dal mutevole all’eterno»

In apertura dell’ottava Sessione è intervenuto il preside della facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Cattolica di Milano

«Il dialogo è sostanza delle discipline storiche, filologiche, filosofiche, che hanno sempre per fine e per metodo l’incontro con l’altro»

Il preside della facoltà di Lettere e Filosofia, il prof. Angelo Bianchi, durante il suo intervento.

L’ha scritto Angelo Bianchi, preside della facoltà di Lettere e Filosofia, nella premessa del volumetto pubblicato in occasione del centenario dell’Università Cattolica di Milano. E l’ha ribadito sabato pomeriggio, intervenendo come ospite in apertura dell’ottava Sessione sinodale, ricordando come il dialogo faccia da filo conduttore per la riflessione intorno alle tre parole che costituiscono il titolo del testo, e in un certo senso anche il cuore del Sinodo: “Umanesimo, memoria, bellezza”. «Il sottotitolo che unifica tutta la collana: Le parole del futuro. A indicare la direzione e la preoccupazione di guardare avanti, in una realtà, quella giovanile degli studenti e quella sociale del mondo delle professioni, in profondo cambiamento». «Ed è proprio qui – ha spiegato il professor Bianchi – che mi sembra di poter cogliere la vicinanza di intenzioni e di metodo, pur con tutti i distinguo necessari. Il Sinodo della Chiesa di Lodi pone comunità di pensiero, di riflessione, ed è chiamato a riflettere di fronte a una situazione in profonda evoluzione, in profondo cambiamento, che ha ormai sovvertito molti degli aspetti tradizionali».

Il preside ha indicato l’importanza della riflessione, del ripensamento, di fronte al profondo modificarsi della realtà: «Apprezzo molto la riflessione che non cede alla tentazione di rifugiarsi nel pensiero debole, come fanno molti filosofi contemporanei che parlano di fine del pensiero, che invece è il fondamento dell’incontro, del dialogo, il riconoscimento di strumenti di comprensione del pensiero condiviso con tutti gli uomini».

Questa capacità di riflessione, tuttavia, secondo Bianchi deve prendere avvio dalla consapevolezza dei due estremi della questione: da un lato la mutevolezza delle condizioni, dall’altro la permanenza universale dei tratti di umanità propri del genere umano. «La riflessione si colloca così tra il contingente, che va superato senza troppi rimpianti, e l’eterno, che va custodito, tutelato e comunicato perché costituisce il centro e il fine del nostro agire. Da qui la funzione della riflessione, attenta, informata, spregiudicata, perché ciò che è mutevole serva e conduca a ciò che rimane, e sappia infondervi nuova efficacia». Per riuscirci, servono «una grande sintonia, una comunione tra coloro che vivono nel presente, che hanno il polso della situazione contingente, che ne sono incardinati con il loro impegno quotidiano e coloro ai quali è affidata la riflessione, la comunicazione, e la visione. Questo mi sembra un grande servizio che la Chiesa di Lodi può compiere per la comunità e il territorio in cui agisce, per i fedeli, ma anche per tutti gli uomini e le donne che la abitano e si attendono un annuncio di speranza».

di Federico Gaudenzi

 

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