Il Vangelo filo conduttore nel cammino della Chiesa

Con la quinta sessione sinodale, si apre la seconda parte del Sinodo diocesano, che sta affrontando ora i capitoli dell’Instrumentum Laboris dedicati a “Terra” e “Persone”. Ma il compito dei “sinodali” è quello di perseguire una riflessione organica, dedicata a tracciare il cammino della Chiesa laudense, e il filo conduttore di questo percorso è comune, ed è sempre il Vangelo. Lo ha chiarito il vescovo Maurizio sabato mattina, aprendo la giornata sinodale con la preghiera e l’intronizzazione del Vangelo. «Alla spiritualità del voto è abbinata quella del dialogo fraterno che ci attende – ha esordito -. L’intronizzazione del Vangelo ci chiama sempre all’accoglienza di Cristo, presente tra noi riuniti nel suo nome in docilità allo Spirito santo, ispirando i nostri interventi al Vangelo. Non si tratta di un’esortazione pietistica, bensì di un appello alla evangelica parresia». La parresia, il diritto e il compito di esprimersi con libertà e franchezza, non va confuso tuttavia con «l’istinto, comune a tutti, di prevalere col proprio pensiero, certamente rispettabile, al pari però di quello dei fratelli e delle sorelle».

«Non cediamo quindi alla contrapposizione puntigliosa che può scaturire da una indebita considerazione di noi stessi – ha esortato il vescovo -. La preghiera dell’ “Adsumus” è un invito all’umiltà, che non mortifica, ma anzi esalta l’esperienza sinodale. Non manchi mai la stima vicendevole che Cristo ci elargisce, e cerchiamo di non anteporre nulla a Cristo, che si fa presente nei fratelli».

Il vescovo non ha mancato di ringraziare tutti i sinodali, ma anche i volontari che contribuiscono all’organizzazione delle sessioni, per l’impegno profuso nella partecipazione a questo momento decisivo della Chiesa diocesana, che soprattutto con l’avvicinarsi delle feste è sicuramente gravoso, ma fondamentale. «La nostra è una responsabilità sinodale: mancare a questo impegno significa impoverire la nostra Chiesa, e non solo la nostra persona. Se manco, impoverisco la missione della mia Chiesa: è un depauperamento reciproco da evitare. Siamo stati designati, con la professione di fede abbiamo assunto un impegno davanti al Signore e alla società in cui viviamo, una società a cui chiesa desidera avvicinarsi».

Nel ribadire il valore della carità sinodale, il vescovo ha chiarito: «Avvicinandoci agli impegni natalizi, con le occupazioni di ogni giorno, sentiamo la fatica della fedeltà a questo impegno, ma sono sicuro che ne comprendete l’importanza e continuerete ad aderirvi ammirevolmente. Abbiamo la responsabilità di dare il nostro umile contributo perché il dono che ci proviene dal Vangelo raggiunga la società in cui viviamo».

Infine, porgendo gli auguri per il periodo festivo, il vescovo ha citato le parole pronunciate da Papa Francesco nel viaggio apostolico in Grecia e Cipro: «Ha invitato a pregare perché non manchino gli operai nella vigna del Signore: tra gli operai, siamo da annoverare anche noi. Vi sono molto riconoscente per quello che stiamo facendo».

di Federico Gaudenzi

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