Monsignor Delpini apre domani la quarta Sessione del XIV Sinodo

In cammino: oltre al Metropolita sarà presente anche il prof. Quarteroni

Del lavoro sinodale solo una parte viene in evidenza. Le sessioni vanno infatti preparate e il lavoro tra una sessione e l’altra è frenetico e meticoloso. Raccolte le osservazioni fatte dai Sinodali in Assemblea nella 3^ sessione del 7 novembre 2021, insieme a quanto i sinodali hanno inviato nei giorni immediatamente successivi, la Segreteria Generale ha presentato al Consiglio di Presidenza un resoconto ordinato con alcune possibili modifiche ed integrazioni dei capitoli dello Strumento di lavoro discussi.

Alfio Quarteroni, matematico e accademico italiano.

In queste due settimane tra “le more” – così si definisce in gergo il tempo che separa una sessione e dall’altra – la Presidenza si è riunita venerdì 12 novembre e lunedì 15 per elaborare i testi da sottoporre a votazione nella quarta sessione che si terrà domenica 21 novembre in Cattedrale. L’intensità di questo lavoro ha materialmente impedito di prendere in esame tutti e tre i capitoli fin ora affrontati e quindi il capitolo 5 sulle “Cose” verrà proposto alla votazione dell’Assemblea sinodale in una successiva sessione.

La seduta di questa domenica avrà inizio alle ore 15:00 con la celebrazione dell’ora media e l’intronizzazione del Vangelo. A presiedere sarà il Metropolita, mons. Mario Delpini, Arcivescovo di Milano. E prenderà la parola. Farà seguito il saluto del matematico Alfio Quarteroni, Professore presso il Politecnico di Milano, membro dell’Accademia dei Lincei e dell’Accademia Europea delle scienze.

Mons. Mario Delpini, Arcivescovo metropolita di Milano.

Il contributo offerto da queste figure significative dal punto di vista ecclesiale e culturale indica la natura dialogica dell’esperienza sinodale, che dal confronto interno alla Chiesa locale si apre ad orizzonti più vasti mettendosi in ascolto di alcune personalità che operano in diversi ambiti della società.

Seguiranno le operazioni di voto che occuperanno il resto della quarta sessione. Supportate dalla tecnologia che consente di votare con telecomando, verranno proposti all’Assemblea i sottopunti di cui si compongono i capitoli primo e secondo dello strumento di lavoro riformulati e ulteriormente arricchiti dal confronto in sinodo prima nei gruppi e poi in assemblea. Tre saranno le possibili opzioni: “placet”, ossia adesione piena al testo proposto; “non placet”, richiesta di eliminazione o radicale rifacimento del sottopunto in votazione; “placet iuxta modum” ossia accettazione con riserva e indicazione della modifica proposta in vista dell’assenso. Se almeno i 2/3 dei presenti votanti si esprimeranno favorevolmente il testo si riterrà approvato. Se tale percentuale venisse raggiunta dai “non placet”, il testo non approvato dall’Assemblea potrà essere rimesso ai voti successivamente solo se la Presidenza all’unanimità, dandone ragione, lo riterrà opportuno. Se il numero dei “placet iuxta modum” non consentisse alle altre opzioni di raggiungere i 2/3, i testi verranno rivisti secondo i “moda”, ossia le osservazioni che i sinodali che hanno votato con riserva faranno pervenire entro tre giorni alla segreteria generale in vista della successiva votazione sul testo rimodulato.

Il processo sinodale non può comunque essere paragonato a quello parlamentare. Lo ha ribadito con efficace convinzione anche papa Francesco. Il paragrafo 3 dell’articolo 27 del regolamento, infatti, recita:

Poiché il sinodo non è un’assemblea con capacità decisionale, i suffragi non hanno lo scopo di giungere ad un accordo maggioritario vincolante per il Vescovo, bensì di accertare il grado di concordanza dei sinodali sulle proposte formulate. Il Vescovo perciò resta libero nel determinare il seguito da dare alle votazioni, anche se procurerà di seguire il parere espresso dai sinodali, a meno che osti una grave causa che a lui spetta valutare coram Domino”.

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