Oggi l’ottava Sessione

In Cattedrale: non si tratta di una formalità ma di un passaggio fondamentale

Al voto i capitoli quattro e cinque delle dichiarazioni sinodali. Partiti dallo strumento di lavoro, attraverso il confronto sinodale, prima nei lavori di gruppo e poi in plenaria, ora le proposte rielaborate dalla Presidenza alla luce degli emendamenti pervenuti e le integrazioni suggerite debbono essere approvate. I Sinodali sono chiamati attraverso lo strumento del voto a esprimere il proprio assenso o meno nei confronti degli orientamenti che diventeranno, una volta deliberati, espressione autorevole dell’intera assemblea sinodale. Forse qualcuno potrebbe interpretare questo passaggio essenziale una semplice formalità, ma non è così. Non tutti i sinodali hanno preso la parola o inviato contributi, ma ora tutti potranno intervenire esprimendo la propria adesione, il proprio dissenso od una sostanziale accettazione seppure con riserva. Sono infatti tre le possibilità offerte ai sinodali per esprimere il proprio orientamento. Aiutati dal telecomando che accelera fortunatamente le operazioni di voto – sono ben 75 le votazioni programmate sui due capitoli in oggetto – ogni sinodale, in maniera assolutamente anonima, potrà pigiare il tasto 1 per dire “placet”, ossia approvo gli orientamenti indicati nel testo; il tasto 2, “non placet” per indicare invece la propria contrarietà e dunque la necessità di riconsiderare radicalmente gli aspetti contenuti nella parte messa ai voti; il tasto 3 “placet iuxta modum”, per esprimere una parziale accoglienza del testo che necessita tuttavia, per una piena accettazione, di essere in qualche parte emendato ulteriormente. Sarà dovere di chi opterà per questa ultima opzione far pervenire entro martedì 1° febbraio alla Segreteria Generale del Sinodo il “modus” ossia la proposta puntuale per la piena condivisione della proposta. Per essere accolti i paragrafi sottoposti a votazione dovranno ottenere almeno i 2/3 dei “placet”. Se non si dovesse arrivare a questa percentuale dei presenti votanti, la parte interessata dovrà essere rielaborata alla luce dei “moda” che perverranno per essere sottoposta nuovamente al voto dell’assemblea sinodale. Grazie a questo passaggio è dunque possibile ancora migliorare, precisare ed integrare il testo delle dichiarazioni sinodali che, dopo un attento lavoro di rilettura stilistica, approvate dal Vescovo saranno pubblicate nel libro sinodale e consegnate alla Diocesi affinché siano il riferimento condiviso e l’orientamento per il cammino della Chiesa Laudense.

I capitoli messi ai voti riguardano le “Persone” ossia tutti coloro che con carismi e vocazioni differenti compongono l’unica Chiesa unendo tutti i battezzati nell’unica comunione che non mortifica le differenze, ma valorizza l’apporto singolare di ciascuno.

Tra i passaggi più significativi vale la pena ricordare la scelta di una maggiore valorizzazione della sinodalità ordinaria e la proposta di un momento forte diocesano in tempi più ravvicinati, magari a cadenza annuale, in cui riprendere e precisare ulteriormente di volta in volta uno degli aspetti della vita ecclesiale già discussi in Sinodo. Anche la proposta di offrire un progetto formativo articolato per chi intende approfondire il cammino di fede, ma anche per preparare figure di coordinamento nelle parrocchie dove non sarà possibile garantire in forma stabile la presenza di un sacerdote, sembra interessante. Si parla poi di possibili forme di vita comune tra i sacerdoti, di laici e famiglie che debbono sempre più e in modo realistico vivere il proprio impegno ecclesiale diventando il crocevia di una pastorale rinnovata. Anche i paragrafi dedicati alla pastorale giovanile e gli Oratori contengono alcune tracce orientative per trovare il modo di intercettare e accompagnare la crescita di ragazzi, adolescenti e giovani da rendere protagonisti delle loro scelte di vita e della comunità.

Nel capitolo 5 dedicato alle “Cose” si tratta invece di come gestire in modo lungimirante ed evangelico i beni immobili e le risorse finanziarie delle nostre comunità e realtà ecclesiali, insieme alla ricchezza da preservare e valorizzare rappresentata dal patrimonio artistico, storico e culturale in cui ha trovato e trova nel tempo espressione l’esperienza della fede. Al voto dei sinodali la possibilità di istituire una commissione dedicata allo studio e all’avvio di un Fondo diocesano, o altro contenitore gestionale, per le Parrocchie ed il potenziamento dell’ufficio amministrativo della curia al fine di sostenere meglio i sacerdoti nelle pratiche tecniche e burocratiche.

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