Archive

Intervento del Prof. Alfio Quarteroni

Un matematico come lui, Alan Touring, padre dell’informatica, si chiedeva se le macchine potessero pensare. Alfio Quarteroni, matematico lodigiano, docente del Politecnico di Milano e accademico dell’Accademia Nazionale dei Lincei, si confronta tutti i giorni con il progresso tecnologico, con l’intelligenza artificiale #AI «in grado di imparare in modo autonomo, di guidare automobili, di prendere decisioni che coinvolgono anche l’etica».
«Molti lavori saranno spazzati via, ma il rischio maggiore è che venga spazzato via il significato – ha detto ai “sinodali” riuniti per la quarta sessione -. Emozione e gioia sono sentimenti che gli algoritmi dell’intelligenza artificiale non potranno mai provare.
Possiamo differenziarci dalle macchine attraverso quei lavori che sono compassionevoli e creativi, facendo leva su cervelli e cuori insostituibili. Penso agli assistenti sociali e agli insegnanti che ci aiutano a trovare la nostra strada, agli infermieri e ai medici che, oltre che curarci, ci fanno sentire persone oltre che curarci».
Invitando a ritrovare il valore più profondo dell’essere umano, che va oltre il lavoro, Quarteroni ha concluso: «Di fronte alla morte nessuno si è pentito di non aver lavorato abbastanza, ma solo di non aver passato abbastanza tempo con i propri cari e di non aver fatto capire loro quanto li amasse. Questo è il territorio dell’umano, che dobbiamo proteggere davanti a intelligenza artificiale».