Un’esperienza di reale ascolto

In cammino: ieri in cattedrale la terza Sessione con il dibattito che ha impegnato l’assemblea per oltre quattro ore

Uno dei principi richiamati da Papa Francesco nell’Evangelii Gaudium è che la realtà è superiore all’idea. C’è una ricchezza della realtà che non potrà mai esaurirsi in una idea che di essa abbiamo o ci possiamo fare. Così la Chiesa Laudense, come del resto la società nella quale è inserita e di cui è parte integrante, consapevole di essere “sale” e “luce” nella misura in cui riflette sul suo volto la novità liberante di Cristo, non può ridursi alle pur ricche e puntuali considerazioni condivise in sinodo.

La stessa esperienza sinodale risulta più ricca dell’idea che ciascuno poteva avere del sinodo alla vigilia della sua apertura e di ciò che del confronto sinodale si condenserà nei decreti e nelle dichiarazioni che si andranno a votare e, con l’approvazione del Vescovo, a promulgare. Si è detto che il Sinodo è evento di grazia, evento animato dallo Spirito: sperimentarlo è stato qualcosa che ha donato una gioia profonda al cuore. Il dibattito assembleare che si è tenuto in cattedrale domenica 7 novembre e che ha occupato i sinodali per più di quattro ore, è stato un’esperienza di reale ascolto, vissuto nel rispetto, con ordine e proprietà che hanno davvero lasciato trasparire la presenza e l’opera del Consolatore.

Tutti, pur stanchi per il lavoro svolto, hanno ritenuto d’aver vissuto un momento rigenerativo, di aver ricevuto un dono per il quale ringraziare. Ora i dubbi, le reticenze, le perplessità iniziali sembrano dissolversi come nebbia al sole. La preghiera e l’intronizzazione del Santo Vangelo che hanno aperto anche questa Sessione sono lo spazio che il Sinodo intende garantire a Cristo, invitandolo a rendersi presente in mezzo a coloro che sono riuniti nel suo nome. “L’intento del Sinodo, ha ricordato il Vescovo, è quello di riscrivere oggi la parola buona del Vangelo, mettendo il nostro “io” al servizio del “noi” ecclesiale e facendo della Terra, la casa comune e ospitale dove tutti ci riconosciamo fratelli e sorelle”. Siamo, a partire dall’Eucarestia, “il corpo di Cristo chiamato a fare corpo col mondo”. Ai giovani presenti in Sinodo, mons. Malvestiti ha raccomandato di trascinare tutti quanti, senza mai perdersi d’animo “perché Cristo non merita i nostri lamenti, ma la nostra fiducia”.

A prendere la parola per rivolgere un saluto all’Assemblea, la dott.ssa Luisella Lunghi del Centro di Servizio di Volontariato. “C’è una riflessione comune che si sta facendo anche nel mondo laico sulla terra malata e il rapporto tra problematiche ambientali e sociali: questo è un terreno comune su cui innestare il dialogo, parola che più volte ritorna nello strumento di lavoro sinodale”. Anche lei ha dunque voluto chiudere l’intervento con un pensiero rivolto ai giovani, citando un passaggio del discorso conclusivo del Card. Bassetti alla Settimana Sociale di Taranto da poco celebrata: “Cari giovani, sognate e costruite, con l’aiuto di Dio, una Chiesa gioiosa, perché umile e disinteressata; una Chiesa a contatto con gli uomini e le loro storie; una Chiesa che si rigenera nell’ottica della carità”. I temi, le sottolineature, le modifiche ed integrazioni emerse dai numerosi interventi dei Sinodali sui tre capitoli in oggetto e già riformulati alla luce dei lavori di gruppo della Seconda Sessione, hanno confermato l’apprezzamento e la sostanziale condivisione della prospettiva di fondo proposta, bisognosa di essere resa più chiara ed equilibrata in alcuni passaggi.

E’ emersa l’opportunità di inserire una richiesta di perdono per le infedeltà che come Chiesa abbiamo conosciuto nel tempo; si è chiesto di valorizzare l’impegno dei laici nella vita quotidiana non inferiore a quello che alcuni di essi svolgono in comunità;  si è insistito sulla tematica della conversione ecologica che deve coinvolgere concretamente le strutture e le scelte parrocchiali fino a pensarle come vere e proprie comunità energetiche, si è richiamato il fatto che i poveri sono memoria della nostra creaturalità, che gli immigrati sono anche una risorsa sociale, che occorre fare il possibile per tenere aperti e fruibili spazi dedicati ai giovani nelle nostre comunità; si è proposto di destinare una percentuale delle offerte al soccorso dei bisognosi. C’è stato anche un rispettoso confronto dai toni decisi sul fatto di capire sino a che punto si possano considerare “positivi” alcuni risvolti del percorso di secolarizzazione che avanza.

Non è possibile restituire la ricchezza di un confronto come è quello che c’è stato, ma certamente riconoscere che quello che oggi si è realizzato è un dialogo aperto nella Chiesa di Lodi che porterà buoni frutti.

di don Enzo Raimondi, Segretario Generale del Sinodo XIV

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