Visione di Chiesa e segni dei tempi

In cammino: ieri pomeriggio in cattedrale la quarta Sessione dedicata alla votazione dei primi due capitoli

L’Arcivescovo metropolita di Milano Mons. Mario Delpini

Con la quarta sessione dedicata alla votazione dei primi due capitoli che trattano della visione di Chiesa e dei segni dei tempi, il sinodo XIV giunge al giro di boa. Le prossime sessioni, infatti, ripercorreranno esattamente le tappe già rodate in questo primo tratto, dedicandosi però contemporaneamente nei gruppi di studio ai capitoli terzo (Terra) e quarto (Persone), per poi procedere alla votazione di entrambi insieme al quinto (Cose) che, pur già affrontato nei lavori di gruppo e nel confronto in assemblea, non era pronto per essere messo ai voti in questa seduta.

Siate benedetti, perché lo Spirito anche attraverso di voi indicherà il cammino che dovrà percorrere la Chiesa di Lodi”: con queste parole mons. Delpini, Arcivescovo di Milano, che ha presieduto l’Ora Media, ha voluto impartire di vero cuore la sua benedizione sul sinodo laudense e sui partecipanti. Dopo un breve intervento di mons. Malvestiti, in cui ha voluto ricordare la bella esperienza condivisa con il metropolita nel duomo di Milano dove i vescovi lombardi hanno incontrato i giovani provenienti da tutta la regione, insieme al legame che si rinnova lungo i secoli tra le nostre Chiese sorelle come fu al tempo di Ambrogio e Bassiano, a prendere ancora la parola è stato l’Arcivescovo mons. Mario Delpini. La sua riflessione ha evidenziato come la votazione in sinodo può diventare un’esperienza spirituale. Ha fatto seguito l’intervento del matematico Professor Quarteroni. L’intelligenza artificiale che conoscerà ulteriori e sorprendenti sviluppi in un mondo dove i dati conteranno sempre di più, non potrà sostituire le emozioni e quei lavori compassionevoli e creativi di cui solo la mente e il cuore umano sono capaci.

Le operazioni di voto sono state introdotte da Ernesto Danelli e Michela Spoldi designati come moderatori per questa sessione dalla presidenza di cui fanno parte. Dopo qualche comprensibile titubanza nell’utilizzo del telecomando e del sistema elettronico adottato per le votazioni, tutto è proceduto con regolarità e precisione. Sono stati votati i sottopunti che compongono i capitoli uno e due delle dichiarazioni sinodali, testi che partendo dallo strumento di lavoro si sono arricchiti e modificati grazie al confronto sinodale. Tutte le 28 votazioni hanno avuto esito positivo poiché i “placet” hanno sempre raggiunto e superato la percentuale prevista dal regolamento dei due terzi dei presenti votanti. Nessun passaggio ha ottenuto l’unanimità, anche se i “non placet” e i “placet iuxta modum” sono stati in genere molto contenuti. I due paragrafi che, pur passando, hanno registrato maggior perplessità sono stati quelli dedicati ai “giovani speranza per la Chiesa e per l’umanità” e alle “Donne nella Chiesa” a cui, peraltro, le stesse donne che partecipano al sinodo hanno messo direttamente mano.

Le votazioni si sono svolte grazie all’ausilio di un sistema digitale che ha permesso ai sinodali di esprimere la loro preferenza: placet, non placet e placet iuxta modum.

Il clima è stato sereno e le operazioni di voto si sono svolte con celerità da parte di un’assemblea raccolta, attenta e pronta ad esprimere di volta in volta il proprio riconoscersi o meno nei testi, così come sono stati rielaborati e come sono cresciuti dentro l’esperienza sinodale. In chiusura si è fatto cenno alla richiesta fatta pervenire a firma di alcuni sinodali per una inversione dei capitoli 3° e 4° e dell’ordine previsto per la loro discussione, così da rendere più evidente il primato della persona. La presidenza ha esposto le ragioni che sottendono lo stesso titolo dato al sinodo, “Terra, persone, cose: il vangelo per tutti”. Esso, si evinceva fin dalla lettera presinodale “Insieme sulla via” tra le tematiche emerse nella visita pastorale.

In seguito era stato precisato nella formulazione divenuta ufficiale ed era rimasto tale nel confronto aperto che ha preparato il sinodo coinvolgendo la base, le diverse espressioni ecclesiali, nella cosiddetta “sinodalità ordinaria” rappresentata dagli organismi di comunione, poi dalle parrocchie in percentuale veramente significativa, come del resto le aggregazioni laicali, ma non ha mai inteso collocare le persone dopo qualcos’altro, bensì indicarne inequivocabilmente la centralità, riconoscendo nello stesso tempo che le coordinate spazio-temporali sono importanti per la definizione stessa di ogni persona. Vanno distinti, infatti, il concetto di “Terra” da quello di “Territorio”. Nel primo il riferimento è già alle persone, che la Terra ospita: biblicamente l’uomo è tratto dalla terra e ad essa ritorna; la terra e l’umanità gemono insieme convocando la stessa creazione ad invocare redenzione. Il compimento della salvezza cristiana sta, infatti, nei cieli e nella terra nuovi, quasi a dire che noi pure siamo fatti di terra e di cielo redenti. I lavori di gruppo procederanno come previsto ed occuperanno la 5^ sessione in calendario per la giornata di sabato 4 dicembre. Poi, il confronto in sinodo potrà suggerire come muovere i passi successivi.

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