Fare ricerca

Fare ricerca storica può essere entusiasmante, richiede però l’applicazione di un metodo per riuscire a organizzare al meglio tempo ed energie, e produrre risultati credibili.

Esistono studi che si occupano della metodologia della ricerca storica: hanno il compito di analizzare i processi di reperimento, analisi e interpretazione delle fonti, per garantire l’attendibilità dei risultati, permettere di distinguere il vero dal falso, trasmettere ad altri ricercatori risultati che siano scientifici.

In breve, come accade per ogni attività umana, storici non ci si improvvisa, occorre sapere come fare per ricostruire i fatti della storia sulla base di fonti documentate (diffidare di chi non cita le fonti delle sue informazioni).

 

Da dove cominciare?

Dalla bibliografia esistente in materia. Da tutti i libri già pubblicati sull’argomento di indagine. Questo permette due cose: evitare fatiche inutili su documenti già studiati in abbondanza da altri, avere a disposizione un primo elenco di fonti e fondi archivistici da cui partire eventualmente.

 

Dentro gli archivi

Fare ricerca negli archivi significa conoscere gli archivi e la loro storia.

Gli archivi nascono dalle attività quotidiane degli enti, dal deposito di documenti che sono necessari agli uffici, al lavoro delle persone.

Prima di cercare le carte, dobbiamo capire quale sia stata l’attività dell’ente, persona o famiglia, sapere come ha organizzato il proprio archivio, che tipo di documentazione ha prodotto e che cosa ha voluto conservare. E anche capire una cosa importante: se l’archivio ha subito smembramenti, dispersioni, contaminazioni.

Un archivio non è una biblioteca. Non è organizzato per autore o argomento (tranne i casi di riordino per materia), ma secondo un ordine logico-funzionale interno. Non contiene tutte le informazioni sui temi trattati, ma solo le pratiche necessarie in un dato momento a un determinato ente (o persona) nel corso della sua attività professionale.

 

Come proseguire? Gli strumenti di ricerca

Proprio perché gli archivi non sono tutti uguali e non sono organizzati secondo uno standard condiviso, esistono di ciascun archivio strumenti di ricerca come inventari, guide, repertori che descrivono il fondo nelle sue articolazioni interne (serie, sottoserie, unità documentarie).

Conoscere questi strumenti – disponibili in genere in sala di studio degli Archivi, e anche on line -, è fondamentale per capire come orientare la propria ricerca e quali documenti chiedere di consultare. Potrebbero esserci inaspettatamente documenti là dove non pensiamo siano conservati.

Anche l’aiuto dell’archivista, che conosce gli archivi custoditi, è importante. Meglio però non affidarsi esclusivamente al personale in sala, la ricerca è strettamente personale, solo il ricercatore sa ciò che gli serve, ciò che vuole trovare nei documenti secondo la propria prospettiva di ricerca.

 

Documenti alla mano

Una volta trovati i documenti, bisogna saperli leggere. Occorre saper leggere le scritture antiche, conoscere anche lingue diverse dall’italiano (per esempio il latino), interpretare le informazioni nel loro contesto.

Un consiglio: meglio circoscrivere la propria ricerca. Quelle enciclopediche sono impossibili da eseguire, fanno perdere tempo e non danno risultati apprezzabili.

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