Giovani, primavera della Chiesa

La fase attuativa del Sinodo è cominciata ieri con un confronto con i ragazzi in cattedrale

Nel primo giorno di primavera, è inevitabile pensare all’apertura di una stagione nuova per la Chiesa di Lodi, che si appresta a vivere la fase attuativa del XIV Sinodo diocesano. E questa primavera della diocesi laudense non può non partire dai giovani, che sono gli unici in grado di indicare il futuro e dare il coraggio per seguire l’invito evangelico a “sperare contro ogni speranza”.

Il Sinodo parla ai giovani
Hanno riempito il duomo, in
rappresentanza del mondo della scuola e del lavoro, dei movimenti e delle parrocchie.

È proprio questo invito che ha ribadito il vescovo Maurizio, introducendo la serata che ha visto riuniti in cattedrale numerosi giovani provenienti dal mondo della scuola, dal mondo del lavoro, dai movimenti, per un confronto a partire dalla discussione sinodale. La serata, organizzata dall’Ufficio di pastorale giovanile con don Enrico Bastia, si è aperta con l’incoraggiamento del vescovo, che ha chiamato i ragazzi e le ragazze a fare affidamento allo Spirito,

«che è da invocare con ancora più intensità quando il dubbio, l’incertezza e la stanchezza personale si uniscono all’apprensione sociale sempre più profonda, in un mondo in cui la pace viene ferita a morte dalla guerra».

Il Sinodo ha insegnato questo: davanti a ogni difficoltà, soltanto rimettendo al centro il Vangelo si può trasformare la notte della storia nell’alba di un giorno nuovo, perché questo è ciò che insegna la resurrezione di Cristo che vince la morte. Per dare a tutti la possibilità di portare il proprio contributo, tre giovani “sinodali” hanno operato una sintesi delle tre grandi direttrici che hanno guidato la discussione nell’aula sinodale: terra, persone e cose.

Francesca Rebughini ha introdotto l’argomento “Terra”, con un riferimento anche etimologico che unisce “Adamo” alla terra, e che chiama chiunque a prendersene cura. Gabriele Gorla ha affrontato il tema delle “Persone”, spiegando la necessità di guardare ai giovani non come a un oggetto o a un soggetto, ma come un complemento, qualcosa che si sta compiendo. Infine, Marta Planatscher ha toccato il tema delle “Cose”, della necessità di valorizzare il patrimonio perché «ci aiuti a mettere in relazione il passato e il presente per guardare al futuro». Si è quindi dato avvio al dialogo: aperto, sincero, in qualche caso anche provocatorio, segno della volontà delle nuove generazioni di prendere in mano la “loro” Chiesa, le loro comunità, per dare un contributo concreto fatto di proposte e confronto, con l’obiettivo di dare risposte concrete a beneficio di tutti, coinvolgendo anche chi non è vicino alla parrocchia o alla fede, con la volontà di guardare all’intera società come a una comunità. Era presente al completo la Presidenza del Sinodo in ascolto dei giovani che hanno dato prova di entusiasmo, realismo e maturità veramente promettenti.

di Federico Gaudenzi

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