I verbalizzatori del Sinodo

Sono otto e si alternano per partecipare a tutte le assemblee: sono i “verbalizzatori” del Sinodo

«Una grande responsabilità e un’esperienza importante»

Nelle scorse settimane, il Cittadino ha raccontato il lavoro dei volontari che permettono l’organizzazione del Sinodo, ma tra le figure che lavorano “dietro le quinte” per il compiersi di questa esperienza, ci sono anche i verbalizzatori delle Sessioni, impegnati in un incarico delicato e fondamentale. Sono otto, e si alternano per partecipare a tutte le assemblee, compilando il verbale e contribuendo alla stesura di un “diario” di questa esperienza, che raccolga non solo le parole, ma anche il racconto del momento che la Chiesa sta vivendo.

«Il nostro compito è quello di registrare tutti gli interventi e, in brevissimo tempo, farli avere alla segreteria del Sinodo – spiega Giusi Vignati, una delle verbalizzatrici -. Dopodiché, dobbiamo contribuire a scrivere un diario, ma per quello avremo a disposizione più tempo. Si tratta di un compito non semplice, che presuppone un indispensabile lavoro di squadra».

La squadra è composta da Giusi Vignati, Michele Raggi, Davide Zanoni, Fabio Dadda, Carlotta Iaia, Marta Vaghi, Giuditta Iaia e Myriam Carrera. «Io, Fabio, Michele e Marta siamo di Maleo – racconta Davide Zanoni -, ed è stato il nostro parroco, don Enzo Raimondi, a chiederci se volevamo svolgere questo compito: abbiamo accettato volentieri perché si tratta di una esperienza interessante e importante per la vita diocesana: viviamo questo impegno in un’ottica di servizio».

«È un’esperienza tosta – aggiunge Fabio Dadda -: abbiamo pochissimo tempo per rivedere le bozze e inviarle: mi sono preso una grande responsabilità, ma personalmente mi fa piacere. Speriamo che questo Sinodo non sia un episodio che passa senza lasciare traccia, ma che sia un punto di partenza per un percorso nuovo».  Giusi Vignati, tra tutti gli appuntamenti, ha trovato particolarmente stimolante l’assemblea plenaria che ha preceduto le votazioni, ma anche gli incontri come quello di sabato, con il lavoro nei gruppi: «La cosa più difficile è che il lavoro nei gruppi non viene registrato a video, quindi non puoi mai distrarti, devi avere mille occhi e orecchie. È importante perché anche gli interventi che non entreranno direttamente nel testo finale del Sinodo devono rimanere agli atti ed essere conservati nella storia».

Giuditta Iaia ha chiarito che verbalizzare gli incontri è un passaggio che consente di rendere fruibile a tutti la discussione sinodale, e Michele Raggi , alla sua prima Sessione, ha evidenziato la curiosità per questo appuntamento.  Davide Zanoni  e  Carlotta Iaia , invece, hanno rievocato gli argomenti più interessanti di questa esperienza: «Ci è piaciuto che nelle assemblee siano sempre stati affrontati elementi concreti, problematiche reali della vita della nostra Chiesa: si è parlato di immigrazione, donne, giovani, senza tralasciare il tema della pandemia».

di Federico Gaudenzi

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