Il Sinodo non ha esaurito ricchezza e potenzialità

Il vescovo mercoledì ha incontrato e ringraziato quanti hanno fatto parte della Presidenza

Come c’è il pericolo di cadere in una retorica ecclesiastica a proposito della “sinodalità” che ultimamente si sente spesso nominare, così anche per un Sinodo diocesano come quello che abbiamo appena concluso.

Il senso della misura e della proporzione che ci aiuta anche ad apprezzare ciò che è maturato ed abbiamo condiviso, ci chiede di riconoscere la portata di un evento come questo e, nello stesso tempo, il suo valore simbolico e strumentale. Simbolico perché pur avendo rappresentato un momento forte, significativo per la nostra Chiesa non ne esaurisce la ricchezza e le potenzialità; strumentale perché l’esperienza vissuta e quanto verrà raccolto e promulgato dal Vescovo nel libro sinodale è tutto a servizio di un rilancio, di un incoraggiamento, dell’impegno quotidiano che tutti siamo chiamati nuovamente a rinnovare, potendo far conto sulla “bussola” che il sinodo con quello che è stato e ha prodotto vuole rappresentare.

Solo in questa prospettiva si può comprendere la scelta necessaria e tutt’altro che formale di accompagnare con uno specifico organismo la fase di recezione, attuazione ed integrazione del Sinodo. Mons. Maurizio Malvestiti, incontrando mercoledì 6 aprile coloro che hanno fatto parte della Presidenza del Sinodo, ha chiesto a tutti la disponibilità di seguire la fase iniziale post-sinodale. Per il ruolo svolto, per il quale il Vescovo non ha mancato di esprimere nuovamente la sua gratitudine, non può che essere la stessa ex Presidenza a farsene carico.

Con la decisione di allargare però la partecipazione a due giovani sinodali, è nata la “Commissione vescovile post-sinodale”. Suo primo compito è quello di seguire la pubblicazione del libro sinodale che verrà promulgato e consegnato il prossimo 4 giugno, vigilia di Pentecoste. Già approntata dalla dott.ssa Paola Sverzellati la correzione formale del testo e da due sacerdoti la verifica della correttezza contenutistica, che ora la Commissione Vescovile dovrà valutare, si procederà ad una definizione del progetto tipografico per offrire un testo che faciliti la consultazione e la lettura.

Per la pubblicazione degli Atti si vorrebbero invece sfruttare i mesi estivi per arrivare all’inizio del nuovo anno pastorale contraddistinto dal Congresso Eucaristico nazionale che si terrà a Matera dal 22 al 25 settembre 2022. Il contesto potrà favorire una prima integrazione al sinodo con la pubblicazione del Direttorio liturgico che recupererà tutta la parte specifica che i sinodali hanno chiesto di estrapolare dallo strumento di lavoro.

Il rinnovo degli organismi di comunione diocesani che si terrà tra settembre e ottobre, ossia Consiglio Presbiterale e Consiglio Pastorale Diocesano, come pure della CDAL (Consulta delle aggregazioni laicali), la cui durata è stata prorogata proprio a motivo del sinodo, potrà diventare anch’esso un’occasione propizia per tradurre l’impegno a fare della sinodalità un modus operandi abituale della vita ecclesiale.

Per lo stesso motivo, come il Sinodo suggerisce, si favorirà dal 2023 un momento diocesano assembleare in fase di programmazione da collocarsi all’avvio di un nuovo anno pastorale. Si metterà mano quanto prima al nuovo statuto della curia diocesana come alla definizione e all’avvio delle commissioni a cui il Sinodo ha chiesto di portare avanti il processo di discernimento e di decisione su alcune questioni specifiche a partire dalla riduzione di numero e dalla composizione dei vicariati.

Attenzione anche all’armonizzazione con il percorso sinodale nazionale da cui non possiamo esimerci per il fatto di aver celebrato il nostro sinodo. Proprio l’esperienza compiuta – ritenuta unanimemente positiva nella condivisione di un primo bilancio sinodale – esige di continuare il dialogo in una prospettiva più ampia considerando quanto abbiamo vissuto in diocesi come tappa di un più ampio cammino sinodale.

don Enzo Raimondi

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