Il Sinodo: un dono per la Chiesa

Le tappe: Ogni fase sarà scandita da lavori di gruppo, discussione e votazione. Camminare insieme sulla Via, il Sinodo è un dono per la Chiesa.

«È un momento significativo di comunione, di corresponsabilità, di consapevolezza e di discernimento»

Concluso il cammino di preparazione, rimodulato a motivo della pandemia, con la celebrazione di domenica 17 ottobre si entra nel vivo del Sinodo vero e proprio. È spontaneo domandarci a questo punto come si svolgeranno i lavori sinodali. Sono previste otto sessioni. Previste, appunto, perché non è possibile sapere anticipatamente dove il Sinodo ci condurrà. Il passaggio sinodale non è infatti una semplice formalità. È un momento decisivo per il quale chiediamo insistentemente il dono dello Spirito che soffia dove vuole. È evidente che il percorso è stato pensato in modo compiuto e il lavoro finora svolto appare apprezzabile. Tuttavia, il desiderio di tutti è quello di lasciarci condurre, assecondando l’assoluta libertà di Dio, così come essa si manifesterà attraverso il dibattito sinodale.

Le otto Sessioni si articolano come segue.

La prima e l’ultima sono celebrazioni eucaristiche, che aprono e chiudono il Sinodo. E non sono casuali: l’Eucaristia, infatti, esprime, realizza ed alimenta l’indole propriamente sinodale della Chiesa.

Le altre sei Sessioni si articolano in due fasi. Si affronteranno anzitutto i capitoli primo, secondo e quinto dello strumento di lavoro, che corrispondono alla visione di Chiesa a cui ispirarci; alla lettura profetica dei segni dei tempi e alle sfide che ci attendono; alle “cose”, ossia ai beni da rivalutare e risignificare nel nuovo contesto pastorale. Nella seconda parte, i lavori sinodali si occuperanno dei rimanenti capitoli terzo e quarto, più corposi dedicati a “terra” e “persone”.

Ogni fase sarà scandita da tre momenti (seconda, terza e quarta sessione per la prima fase; quinta, sesta e settima per la seconda): i lavori di gruppo, la discussione in assemblea e, infine, le votazioni (secondo la triplice opzione placet, non placet e placet iuxta modum). Tra una sessione e l’altra la segreteria e la presidenza del Sinodo saranno impegnate a recepire quanto emerso nel dibattito. Attraverso il contributo dei sinodali, lo Strumento di lavoro diventerà in seguito il vero e proprio libro sinodale, che il Vescovo sottoscriverà a conclusione delle sessioni sinodali nella veglia di San Bassiano.

Il Sinodo è un dono per la Chiesa di Lodi, un momento particolarmente significativo di comunione, di corresponsabilità, di consapevolezza e di discernimento. Con esso sperimenteremo la guida dello Spirito e avremo modo di confessare la fede, la stessa fede che da Bassiano, attraverso i secoli e le generazioni, è ancora viva in noi. Giungeremo alla definizione di alcuni orientamenti per camminare ancora insieme sulla Via, che rimane sempre e solo Cristo. Il percorso in realtà non si chiuderà con l’ultima sessione. Proseguirà nello stile sinodale, che speriamo di acquisire ulteriormente, per rimanere in compagnia degli uomini e delle donne di oggi e di domani, incarnando e annunciando nel mutare della storia la Parola immutabile del Vangelo, mentre i passi della Chiesa e dell’umanità si affrettano verso la pienezza del Regno preparata per tutti i figli e le figlie di Dio.

di don Enzo Raimondi, Segretario generale del Sinodo

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