Il XIV Sinodo Diocesano entra nel vivo e vede sempre più impegnati nel dialogo i membri dell’assemblea
Parlaci un po’ di te… chi sei? Cosa fai nella vita? Hai impegni nella comunità parrocchiale?
Mi chiamo Genny, ho 25 anni. Da qualche mese mi sono laureata e faccio la maestra nella scuola primaria di Guardamiglio. In parrocchia svolgo il mio servizio come catechista di tre gruppi (prima media a Senna Lodigiana, seconda e terza media a Somaglia e poi adolescenti delle parrocchie di Somaglia e Senna) e, da diversi anni, sono responsabile del Grest. Oltre a questi impegni, sono membro dell’Equipe di Pastorale Giovanile e Coordinatrice dei RPG (Rappresentanti parrocchiali giovani).
Come giovane che aspettative hai da questo sinodo diocesano?
Mi aspetto che questo sinodo sappia attivare un dialogo tra la chiesa lodigiana e i giovani. I giovani hanno tanto da offrire, ma anche tanto bisogno di essere ascoltati e accolti così come sono. Dal sinodo deve scaturire un rinnovato interesse nei confronti di questa fascia d’età, promuovendo percorsi pensati appositamente per i giovani e attraverso la testimonianza di guide credibili.
Che emozioni hai provato durante la Celebrazione Eucaristica di apertura dello scorso 17 ottobre?
La celebrazione di apertura è stato un momento molto solenne. È stato emozionante ritrovarsi in cattedrale con tutti gli altri sinodali e con il Vescovo e, nella processione che ha aperto la Messa, mi sono sentita parte di qualcosa di grande.
Raccontaci come hai vissuto la tua partecipazione alla seconda sessione sinodale del 23 ottobre.
È stato davvero molto interessante. Il mio gruppo ha riflettuto sul secondo capitolo dell’Instrumentum Laboris, quello sui segni dei tempi. È stato bello poter ascoltare gli interventi degli altri e poter esprimere il proprio pensiero sui temi trattati. Attraverso il dialogo si può porre la base per uno slancio verso il futuro della Chiesa di Lodi, certi che l’ispirazione dello Spirito Santo ci guiderà in questo cammino.
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