Giovedì sera in cattedrale la Veglia presieduta dal vescovo Maurizio

Veglia di San Bassiano

«Il perdono e le preghiera sono le armi per vincere la guerra»

Trovò gli uomini avvolti dalle ombre, e consegnò loro la verità: parafrasando l’epitaffio di San John Henry Newman, il vescovo Maurizio ieri sera in cattedrale ha aperto solennemente le celebrazioni per il santo patrono.

San Bassiano che divenne vescovo di Lodi 1650 anni fa, e che ieri sera è stato ricordato in duomo con la Messa solenne presieduta dal vescovo e concelebrata dai sacerdoti diocesani e dal vescovo nativo Egidio Miragoli con la partecipazione numerosa dei fedeli in particolare dei Rappresentanti dei consigli pastorali e degli affari economici della diocesi, ma anche delle aggregazioni laicali. «Bassiano arrivò qui, nel territorio che si trova alla confluenza tra Po, Adda, Lambro e Sillaro, e raccolse il testimone dei martiri Nabore e Felice per gettare le basi della fede cristiana nel Lodigiano: invitò infatti a una accoglienza sempre più consapevole della Rivelazione che rende beati coloro che ascoltano le promesse del Vangelo».

Le origini del Cristianesimo nel territorio lodigiano sono simbolicamente attestate proprio dal corso d’acqua che scorre vicino alla basilica dei XII Apostoli di Lodi Vecchio, dove il vescovo celebrerà sabato prossimo la Santa Messa in ricordo di Bassiano: le tradizioni di questa settimana legata alla solennità del patrono ruotano infatti proprio intorno a questo ritorno alle origini profonde della devozione per seguire le orme di Bassiano sulla strada della santità. Il valore della santità è anche il tema di riflessione che accompagna la comunità diocesana in questo triennio giubilare, e il simbolo di questa chiamata alla santità è sicuramente il «miracolo permanente della rinascita battesimale »: il vescovo Maurizio ha ribadito l’importanza di questo sacramento che «spalanca le porte della Chiesa», mettendo i figli e le figlie di Dio in cammino verso la santità. «Con ardore apostolico, il nostro patrono celebrava il pastore Gesù, incontrato nella fede, seguito misticamente nel Battesimo attraverso la morte per risorgere nella vita immortale, verso la santità promessa ai figli e alle figlie di Dio».

«Si diventa santi vivendo il Padre Nostro – ha proseguito il vescovo -, condividendo l’ammirazione di Gesù per la bellezza e la grandezza del Padre e desiderando che tutti lo conoscano per quello che è, ma anche accogliendo la sua esortazione a santificarlo nella nostra vita, nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità».

È Bassiano, che intercede per il suo popolo lodigiano, «a recitare il Padre Nostro insieme a noi, perché la santità divina mandi in frantumi l’inimicizia a beneficio della fraternità»: un pensiero che, inevitabilmente, porta a guardare con speranza alle guerre che infuriano in Ucraina, in Terra Santa e in molti luoghi del mondo, alle guerre che sono conseguenze estreme dell’inimicizia che sfocia nell’odio e nella vendetta: «Il perdono – ha detto monsignor Malvestiti – ponga un argine a questi focolai di guerra mondiale». Il perdono e la preghiera diventano così le vere armi in grado di vincere ogni guerra, perché le religioni non siano strumentalizzate per alimentare odio, ma siano sempre strumento di pace.

In questo senso, il vescovo ha ribadito l’importanza della preghiera con i fratelli ebrei e della Settimana per l’Unità dei cristiani, che cade in questi giorni, ma anche dell’apertura nei confronti delle altre religioni «perché la pace non sia declassata a utopia, ma rimanga pane quotidiano disposto dal Signore per gli uomini e le donne che egli perdona largamente perché non smarriscano la via della riconciliazione».

di Federico Gaudenzi

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