
La solennità di Tutti i santi racconta, per i cristiani, che cielo e terra sono uniti nella certa speranza della Pasqua eterna. L’hanno affermato il vescovo Maurizio, tutti i sacerdoti e i fedeli che hanno pregato insieme ieri mattina in Cattedrale.
L’esempio dei santi
In questo cammino di fede, i passi sono tracciati dai santi, come ha affermato monsignor Malvestiti durante la celebrazione, ricordando che quest’anno cadono tre speciali anniversari per i santi lodigiani: il 1650esimo dall’ordinazione episcopale di San Bassiano, l’850esimo dalla morte di Sant’Alberto e l’800esimo da quella di San Gualtero.
A loro si aggiungono i santi lodigiani più recenti: Santa Francesca Cabrini e San Vincenzo Grossi, il Beato Carlo Gnocchi, e tutti coloro che si incamminano sulla via della santità, come Giancarlo Bertolotti e Luigi Savaré. Per non dimenticare San Rocco, con la prodigiosa apparizione di Dovera e, prima tra i santi, la Madre di Cristo e loro Regina, con l’anniversario dei prodigi di Ossago, ricordati con le celebrazioni al santuario Mater Amabilis. «Sia benedetta la terra che custodisce le orme dei santi».
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