
Con il cuore e la preghiera anche tutti i fedeli della Diocesi di Lodi sono al fianco di Papa Francesco in questo momento di grande sofferenza. Un pensiero corale rivolto al Santo Padre, che il vescovo Maurizio ha voluto interpretare in diverse occasioni in questi giorni di grande apprensione.
“La Parola di Dio e la preghiera raccoglieranno ed esprimeranno tutte le nostre parole, con pienezza, e ci aiuteranno a sentirci in comunione tra noi, con il Santo Padre e con le Chiese in Italia che si ritroveranno, nei prossimi giorni, nella dolce compagnia di Maria per intercedere per la salute del Papa”
Lo ha affermato il Card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI, introducendo la preghiera del Santo Rosario, in diretta su Tv2000 e su Play2000 dalla chiesa di San Domenico a Bologna domenica scorsa.
Quello di Bologna è stato il primo appuntamento che unirà tutte le Chiese in Italia in un unico abbraccio orante. L’Ufficio Liturgico Nazionale ha predisposto due schemi, uno per la recita del Rosario e uno per l’Adorazione Eucaristica, che potranno essere adattati nei diversi contesti locali (vedi sotto). A questi si aggiungono alcune intenzioni di preghiera che possono invece essere inserite nelle Celebrazioni Eucaristiche e nella Liturgia delle Ore.
Monsignor Malvestiti e i presbiteri lodigiani hanno pregato per il Santo Padre anche ieri mattina nella concelebrazione eucaristica. La parrocchia della Cattedrale di Lodi invita a partecipare al momento di preghiera previsto per domani, mercoledì 26 febbraio, alle 21, in duomo: si terranno l’Adorazione Eucaristica e la recita del Santo Rosario.
Cinque anni fa proprio mentre nel Lodigiano prima e nel resto d’Italia poi la pandemia da Covid-19 dilagava, fu proprio il Santo Padre a pregare per la salute dell’umanità, dell’umanità tutta, in quella piazza San Pietro vuota, ma solo apparentemente. In queste ore di apprensione la preghiera del popolo di Dio e dei suoi pastori è invece rivolta alla guarigione di Papa Francesco. Un pregare profondo che significa credere – come recita proprio la bolla di indizione del Giubileo Ordinario dell’Anno 2025 in corso – che “Spes non confundit”. Che la Speranza non delude.