
Lodi, 20 aprile 2020
Cari sacerdoti,
a due mesi dall’introduzione della “zona rossa” in Diocesi, estesa poi ovunque, siamo testimoni di un’esperienza che veramente costituisce “una parola santa benché sconvolgente, che Dio proferisce per noi, da decifrare nella pazienza di Cristo” (lettera per il giovedì santo 2020).
Attendiamo ansiosi la ripresa ma non vi sono indicazioni. Arriveranno il 4 maggio? Lo speriamo. La prudenza andrà comunque mantenuta intensa a lungo.
La grazia di essere pastori, in un tempo sospeso tra confusione, smarrimento e incertezza, va accolta soprattutto nella preghiera costante e nella celebrazione dell’Eucaristia quotidiana, senza fedeli ma per tutti i fedeli vivi e defunti, con ogni forma di collegamento a livello pastorale affinché liturgia e carità rafforzino la comunione presbiterale ed ecclesiale. Sono doverosi, al contempo, la riflessione e il confronto tra noi su quanto avvenuto e sul domani in vista del possibile dialogo con le istanze pubbliche allorché le disposizioni generali andranno tradotte a livello locale per scorgere comportamenti ed attività adeguati alla ripresa ecclesiale garantendo tutela da contagi e ricadute.
La vita liturgica condivisa è prioritaria. Lo ha ribadito recentemente Papa Francesco: “La familiarità con il Signore è sempre comunitaria. Sì, è intima, è personale ma in comunità. Una familiarità senza comunità… senza il Pane… senza la Chiesa, senza il popolo, senza i sacramenti è pericolosa… La familiarità degli apostoli con il Signore sempre era comunitaria, sempre era a tavola, segno della comunità… qualcuno mi ha fatto riflettere sul pericolo di questa pandemia che ha fatto che tutti ci comunicassimo anche religiosamente attraverso i mezzi di comunicazione…ma non insieme, spiritualmente insieme…la gente è collegata con noi, soltanto nella comunione spirituale…questa è la Chiesa di una situazione difficile, che il Signore permette, ma l’ideale della Chiesa è sempre con il popolo e con i sacramenti…dobbiamo fare questa familiarità con il Signore in questo modo, ma per uscire dal tunnel, non per rimanerci” (omelia a Santa Marta, venerdì 17 aprile 2020).
La Conferenza Episcopale Italiana ha esortato nello stesso giorno ad una “lettura spirituale e biblica di ciò che sta accadendo” perché “la certezza è che la ripresa non sarà contraddistinta da ritmi e abitudini precedenti alla crisi. Senza dubbio ci sarà una cesura profonda rispetto al passato anche recente“. Aggiungendo il condivisibile appello alla speranza, alla fiducia, alla consolazione da offrire a malati, operatori sanitari, volontari, anziani, poveri, famiglie con ragazzi e giovani. E il mondo del lavoro è pure in condizioni talora estreme.
Rinnovo la mia gratitudine a voi sacerdoti perché vi distinguete in queste attenzioni. Vi accompagno con la quotidiana preghiera, aggiungendo il grazie per i generosi contributi personali al Fondo di Solidarietà per le Famiglie. Segnali preoccupanti di disoccupazione ne rilanciano, infatti, tutta l’importanza.
Ho sentito telefonicamente vicari e segretari di ciascun vicariato, coi referenti degli uffici di Curia. E li ricontatterò nella prossima settimana. Chi desiderasse, tuttavia, suggerire (a titolo personale, a gruppi o per vicariati) ogni utile proposta atta a dispone la ripresa che comunque verrà, è invitato a farlo liberamente. Magari coinvolgendo nei modi possibili i laici coi rispettivi organismi.
Tanto meglio se le parrocchie raccogliessero contributi on line, avvalendosi dei consigli pastorali e dei rappresentanti parrocchiali giovani e adulti, perché, osserva Evangelii gaudium: “il gregge possiede un suo olfatto per individuare nuove strade” (31).
Conosciamo gli ambiti decisivi da considerare:
1) vita liturgica e iniziazione cristiana (battesimi, prime confessioni e comunioni, cresime: preparazione, tempi e modi di celebrazione) e la celebrazione delle esequie;
2) pastorale giovanile (con particolare attenzione all’oratorio estivo);
3) scuola (compreso l’affanno delle scuole paritarie);
4) carità e assistenza (poveri, famiglie senza lavoro, parrocchie in difficoltà economica);
5) pastorale della salute (da ripensare per famiglie, strutture ospedaliere e per anziani), e la rielaborazione dei lutti aggravati dalla “negazione dell’addio”.
Con ogni problematica che risultasse rilevante per il nostro territorio.
In settimana sono già previste riunioni on line con Caritas, Fondo di Solidarietà, Economato Diocesano.
Spero, entro Pentecoste, di condividere la Messa Crismale, ricordando i cinque confratelli appena scomparsi, insieme a tutti i cari defunti. La data, però, potrà essere decisa solo con l’allentamento delle restrizioni in vigore.
Il cammino pre-sinodale sarà opportunamente rivisto. Lo stile comunionale che esso si prefigge sarà, tuttavia, provvidenziale per rimanere “insieme sulla Via”, facendo tesoro del tratto percorso in questi mesi di sofferenza e speranza.
Nella fraternità del Signore, invoco la benedizione pasquale sull’intera Chiesa di Lodi.
+ Maurizio, Vescovo