19 Gennaio 2025 – Solennità di San Bassiano

Da Bassiano a noi. Artigiani di speranza

Erano «giorni nuvolosi e di caligine» (Ez 34,12) quelli che precedevano l’arrivo di Bassiano nella nostra terra. Le nuvole di un paganesimo imposto e oppressivo nascondevano il sole della fede, la luce vera, Gesù Cristo. E la paura delle pene capitali offuscava la vista, impediva di guardare con serenità al domani: non si vedeva un futuro, perché il passato aveva spaventato, portando dispersione e disgregazione. Occorreva un pastore che radunasse il gregge, che riportasse la luce e restituisse un futuro a una comunità vivace ma insidiata dal rischio di restare bloccata tra passato e presente. Bassiano recupera ciò che del passato aveva fatto paura e lo converte in motivo di speranza. Recupera la testimonianza dei tre martiri Vittore, Nabore e Felice, uccisi dall’autorità imperiale all’inizio del IV secolo nella vecchia Laus perché credevano in Gesù, uccisi in un luogo visibile per mostrare che fine faceva chi si permetteva di mettere in discussione la fede negli antichi dèi romani. Bassiano recupera il loro esempio, insieme a quello dei dodici Apostoli, e lo propone come modello di fede, mostrando a tutti che è possibile credere in Cristo anche nelle avversità. Le armi del persecutore vengono spuntate, anzi convertite da strumenti di paura in strumenti di grazia. È lo scacco peggiore!

Quali sono oggi le nuvole che oscurano il sole della vera luce, Cristo, e mettono in difficoltà chi crede? Qual è la caligine che rende difficile guardare con speranza al futuro del mondo e della nostra terra, della nostra Chiesa di Lodi? Ciascuno ha le proprie tenebre: fatiche e dolori, una sofferenza o un lutto, l’assenza di un lavoro e l’incertezza economica, oppure ancora la difficoltà nel fidarsi di Dio, un peccato ostinato che non si riesce a sradicare, una stanchezza o pigrizia spirituale, disaffezione o scottature o rassegnazione. Molti sono anche i tratti della società odierna che seducono e illudono di poter fare a meno di Dio: tante luci che, invece di illuminare, abbagliano.

Ai tempi di Bassiano c’erano insidie che scoraggiavano la fede e la speranza. Lui è stato l’uomo giusto, il pastore buono e non mercenario, inviato dalla grazia del Signore al momento opportuno. Anche oggi abbiamo bisogno di donne e uomini, di cristiani giusti nei giusti contesti, che sappiano fare la differenza. Tocca a noi, comunità cristiana di oggi, artigiani di speranza, uniti anche se diversi: se fossimo identici saremmo uno stock di fabbrica, mentre sono le differenze, armonizzate nella fede in Gesù, a renderci comunità. E la preghiera gli uni per gli altri, specie per quelli con cui fatichiamo di più a costruire comunione, purifica tensioni e attriti, mettendo dentro di noi gli stessi sentimenti di Gesù e donandoci il suo sguardo per vedere gli altri come li guarda Dio. Da qui fiorisce la carità che trasforma il mondo.

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