Entrati nella Quaresima con il Mercoledì delle Ceneri, ci lasciamo prendere per mano dal Signore che ci raggiunge con la sua Parola. Ci faremo guidare da questo tempo quaresimale per una educazione alla speranza: ogni domenica raccoglieremo un ingrediente che ci aiuterà a comprendere qualcosa in più riguardo alla speranza cristiana, e soprattutto a farla nostra. Questa prima domenica, come una sorta di premessa fondamentale, ci offre il motivo per cui possiamo sperare.
Nella scena delle tentazioni di Gesù nel deserto scopriamo un elemento decisivo, a cui siamo invitati a spalancare il cuore: la differenza abissale tra lo stile del tentatore e quello del Padre. Il diavolo, infatti, pone continuamente delle condizioni: per essere riconosciuto come Figlio di Dio devi fare qualcosa di speciale (trasformare le pietre in pane, gettarti dal punto più alto del tempio), e per essere signore di tutte le cose devi metterti in ginocchio davanti a me. Addirittura, cerca di piegare la Parola di Dio perché gli dia ragione.
Il Padre, invece, ha tutto un altro stile, e Gesù, che è Figlio, lo sa bene. Dio, infatti, non pone condizioni al suo amore. Ci saranno sì condizioni per la sequela, cioè per essere discepoli e aprire il cuore alla salvezza: accogliere l’amore di Dio, rispettare i comandamenti, riconoscere Gesù come Signore e credere nella sua risurrezione (vedi la seconda lettura: Romani 10,8-13). Questo perché siamo e restiamo liberi: se non avessimo la possibilità di dire di no al suo amore, non saremmo figli ma schiavi (e perciò le tentazioni non mancheranno mai: di fronte ad un dono gratuito c’è sempre il rischio di cadere nella diffidenza o di lasciarsi attrarre da altro). Il movimento di partenza, però, è il Padre a compierlo verso di noi, amandoci così come siamo, e dunque rimane un movimento gratuito. Per essere importante ai suoi occhi non devi dimostrare nulla: lo sei già, e basta.
Ecco il perché della speranza: possiamo sperare qualcosa di buono per la nostra vita e per la vita eterna proprio perché il nostro essere amati da Dio non dipende da noi, ma è totalmente gratis. Se dipendesse da noi, da chissà quali grandi cose da compiere o da dimostrare, la speranza non potrebbe stare in piedi: siamo povere e fragili creature, come le Ceneri ogni anno ci ricordano. Ma siamo povere e fragili creature gratuitamente amate dal Padre, che sempre ci cerca per raccoglierci e ricordarci quanto siamo preziosi ai suoi occhi. È chiaro, dunque, che il suo desiderio è vederci tutti rispondere al suo amore e accogliere la sua salvezza, ed è per questo che non smette mai di interpellarci con la Parola e di toccarci sul vivo, nel profondo del nostro cuore, perché ritorniamo sempre e di nuovo a lui. Se queste sono le premesse, vale la pena intraprendere l’impegnativo cammino della Quaresima con il cuore colmo di speranza!
