
Dopo la Porta Santa attraversata nella giornata di sabato, la Messa solenne di ieri mattina in una piazza San Pietro gremita da migliaia di giovani pellegrini in arrivo da ogni parte del mondo. Accompagnati dal vescovo Maurizio, si è concluso così a Roma il Giubileo degli adolescenti per 525 ragazzi e ragazze lodigiani di terza media, prima e seconda superiore. Nei giorni in cui la Chiesa universale ha pianto la morte di Papa Francesco, i giovani hanno vissuto un’esperienza tanto straordinaria sotto molteplici punti di vista.
Oltre a visitare e pregare in diverse basiliche di Roma, nella giornata di venerdì i pellegrini hanno preso parte alla Messa celebrata dal vescovo Maurizio nella chiesa di Santa Maria Liberatrice. Dopo aver ricordato la figura di Papa Francesco, monsignor Malvestiti ha sottolineato la grazia del Vangelo del Signore Gesù, «grazie al quale abbiamo sempre la possibilità di rialzarci e ripartire». Nella giornata di sabato i giovani guidati dal vescovo Maurizio che reggeva la Croce del Giubileo, hanno varcato la Porta Santa della basilica di San Pietro, ricordando la dichiarazione di Gesù: “Io sono la porta” (Gv 10,7).
È la porta alla vita eterna grazie al perdono misericordioso e all’indulgenza che Egli accorda nella Chiesa a quanti confessano i peccati e si accostano alla Santa Comunione impegnandosi a compiere opere di misericordia. Sta qui la fonte della speranza che non delude. Ad accogliere i giovani col vescovo Maurizio c’erano dei lodigiani: l’arcivescovo Rino Fisichella e Pino Tansini, volontario giubilare. All’altare della Confessione, la recita del Credo e la benedizione di monsignor Malvestiti con indulgenza plenaria. Ha fatto seguito la visita alla Basilica, comprese le grotte con le tombe dei papi e la sosta all’altare della Cattedra, dove il vescovo ha presentato il capolavoro berniniano ricordando anche la sua ordinazione avvenuta proprio in quel luogo dopo la nomina a vescovo di Lodi da parte di Papa Francesco.
L’Eucaristia solenne presieduta ieri mattina in piazza San Pietro dal Segretario di Stato cardinale Pietro Parolin e concelebrata dal vescovo Maurizio, ha completato il pellegrinaggio. «In questa domenica il Vangelo rappresenta bene lo stato d’animo di tutti noi, della Chiesa e del mondo intero – ha affermato il cardinale durante l’omelia -. Il Pastore che il Signore ha donato al suo popolo, Papa Francesco, ha terminato la sua vita terrena. Al pari degli apostoli dopo la morte di Gesù, stiamo vivendo il dolore per la sua dipartita. Come scriveva il Santo Padre nell’enciclica Evangelii gaudium, la gioia del Vangelo riempie però il cuore e la vita di coloro che incontrano Gesù. Chi si lascia salvare dal Signore, è liberato dal peccato, dalla tristezza e dal vuoto interiore». Il cardinale Parolin ha infine accennato alla «grande misericordia predicata da Papa Francesco»: è stata questa un’altra parola chiave dell’appuntamento nella capitale.
Con questi sentimenti, i ragazzi lodigiani hanno sperimentato la speranza che non delude, divenendone un luminoso segno. Ieri pomeriggio il ritorno nel Lodigiano. Il vescovo Maurizio sabato mattina aveva concelebrato la Santa Messa esequiale del Santo Padre, mentre venerdì aveva reso l’omaggio della Chiesa di Lodi al Pontefice defunto con la benedizione della salma e la preghiera di suffragio, seguita nella stessa serata dalla recita del Rosario presieduta dal cardinale Pierbattista Pizzaballa sul sagrato di Santa Maria Maggiore. In questa basilica, prima del rientro a Lodi, previsto nella giornata di oggi, il vescovo Maurizio varcherà la Porta Santa per affidare alla Madonna il cammino giubilare della diocesi di Lodi e pregare in suffragio di Papa Francesco presso la sua tomba.