
«Il lavoro apre orizzonti sempre più vasti: economia e politica necessitano di una visione globale per animare, a beneficio comune, questo planetario movimento». Questa l’esortazione rivolta dal vescovo Maurizio ai presenti in Cattedrale domenica mattina, dove è stata celebrata la Santa Messa nel Giubileo del mondo del lavoro e nella Giornata del Ringraziamento.
Presiedendo la celebrazione eucaristica, monsignor Malvestiti ha fatto presente come «nel Giubileo del mondo del lavoro ci è chiesto di ospitare la speranza di una società umanizzante che aiuti ogni uomo e donna ad essere se stessi. Come ha detto il Papa, il lavoro deve essere una fonte di speranza e di vita che permetta di esprimere la creatività dell’individuo e la sua capacità di fare il bene: auspico un impegno collettivo da parte delle istituzioni e della società civile per creare valide opportunità occupazionali che offrano stabilità e dignità assicurando, soprattutto ai giovani, di realizzare i propri sogni e contribuire al bene comune».
Viviamo questo Giubileo, ha invitato il vescovo, «nel desiderio di rilanciare tra noi questa scelta aprendo gli occhi all’emarginazione, indifferenza e povertà nello sforzo di fare del lavoro uno strumento di speranza e nuova vita, mettendo sempre al centro la persona, con la sua famiglia, nella costruzione di una società fraterna. Alla Chiesa non compete condurre analisi né indicare vie o soluzioni socio-economiche, ma è suo dovere offrire principi ispiratori sostenendo la solidarietà concreta secondo la visione dell’uomo e della donna che scaturisce dal Vangelo del Dio che si è fatto uomo. L’impegno nella storia è fuori discussione, ma la salvezza va oltre: verità, giustizia, libertà e amore sono fondamento della pace, e il lavoro in questo contesto è attore primo e necessario in vista della pace». Il Vangelo fa presente come uomo e donna mai possono essere mercanteggiati, ha sottolineato il vescovo: «L’umano e la dimensione religiosa esigono considerazione del tutto libera, trasparente ed autonoma. Ezechiele parla del fiume che esce dal tempio. Vi scorgiamo l’acqua e il sangue che sgorgarono dal lato destro del Cristo trafitto sulla croce. È il fiume della misericordia, del perdono, dell’indulgenza giubilare. Anche San Paolo, riconoscendo nel Crocifisso Risorto il tempio indistruttibile, rivela che ciascuno di noi è tempio di Dio. La dignità di ciascuno è altissima: Dio ci difende ds coloro che tentano di distruggere il tempio, che siamo noi. La speranza dunque ci parla della storia ma per non deludere va oltre anch’essa, quale bene trasversale, come il lavoro, nostro pane quotidiano insieme al riposo, pane almeno settimanale. Assistendo a mutamenti tecnologici molto rapidi, inoltre, va tenuta salda la dignità umana per fermare le risorse immense impiegate nella distruzione anziché nel mantenimento della casa comune. Il lavoro in questo contesto calibra la custodia dell’umano e le sue prospettive di socialità fraterna ed universale».
Infine il vescovo ha fatto presente tre verbi: «Ringraziare, per i frutti della terra e del nostro lavoro, comprendendo che c’è un prima di noi e un dopo di noi, per mantenerci nella consapevolezza di ciò che siamo. Abitare, la propria scelta di vita, famiglia, lavoro, Chiesa e società, dove a volte siamo presenti ma con mente e cuore altrove. Lavorare, tutti, osservando doveri e diritti, auspicando un lavoro sicuro, pensando a tutte le vittime del lavoro».
Con tutta la Chiesa latina del mondo è stata ricordata la dedicazione della Cattedrale del Papa, San Giovanni in Laterano. Tra i presenti il Prefetto, il Sindaco di Lodi, rappresentanti della Provincia, istituzioni militari, gli organismi di tutela, formazione, assistenza per i lavoratori, le organizzazioni sindacali, il vasto settore delle professioni che, prevalentemente quelle del mondo agricolo, hanno portato in piazza Ospitale i loro mezzi, benedetti dal Vescovo prima di recarsi in processione verso la Cattedrale. Dopo la liturgia, i fedeli hanno potuto visitare, accolti dal vescovo, il rinnovato cortile dell’Episcopio e degustare qualche prodotto tipico della nostra terra offerto dalle sigle lavorative partecipanti.
