
La Diocesi si stringe intorno a monsignor Malvestiti, che il 13 ottobre in duomo presiederà nel decimo anniversario la Messa conferendo il ministero a tre diaconi.
Sono passati dieci anni da quell’11 ottobre 2014 in cui, nella basilica di San Pietro in Vaticano, il cardinale Leonardo Sandri ordinava vescovo monsignor Malvestiti: dieci anni in cui il pastore ha guidato la diocesi attraverso la visita pastorale, poi la celebrazione del Sinodo e del Congresso eucaristico, prima di arrivare al triennio di preparazione per il Giubileo del 2025 e, appunto, a questa Lettera pastorale che arriva anche a rincuorare l’anima di ciascuno in un momento particolarmente delicato della vicenda umana.
«Di fronte a tante ingiustizie e ai diversi focolai di guerra che, insieme ad innumerevoli innocenti, bruciano nei cuori la speranza, è necessario difenderla, ritrovarla sempre di nuovo e condividerla – ha infatti commentato il vescovo. Senza speranza si spegne il futuro. La nostra speranza riposa in Dio, nel suo amore che è per sempre, ma ci è chiesto di sperare anche nell’umanità, sulla quale Dio ha posto il suo sigillo di Creatore e Padre, per edificare il domani comune e presagire la gloria promessa».
Parole in cui echeggia la voce forte (e fortissima anche nella sofferenza e nel silenzio) del “Papa della speranza”, Giovanni Paolo II, che in una sua enciclica scrisse (Ecclesia de Eucharistia): «Molti sono i problemi che oscurano l’orizzonte del nostro tempo.
Basti pensare all’urgenza di lavorare per la pace, di porre nei rapporti tra i popoli solide premesse di giustizia e di solidarietà, di difendere la vita umana dal concepimento fino al naturale suo termi ne. E che dire poi delle mille contraddizioni di un mondo “globalizzato’” dove i più deboli, i più piccoli e i più poveri sembrano avere ben poco da sperare? È in questo mondo che deve rifulgere la speranza cristiana!».

