Siamo in un’epoca in cui serve consulenza per qualsiasi cosa: per affrontare la complessità della società, del mondo del lavoro, della tecnologia che si diffonde in ogni ambito del vivere quotidiano. Abbiamo bisogno di un’app che gestisca le password di altre venticinque app, di un caricabatterie per ogni accessorio che portiamo indosso. Ed ecco che anche l’intelligenza artificiale si offre come consulente per soccorrerci nei nostri smarrimenti. Ma non ci vuole chissà quale acutezza per comprendere il principio semplice semplice che Gesù propone come termine di paragone: se vuoi costruire una torre, ti siedi a tavolino e fai bene i tuoi conti, perché se non hai i mezzi necessari a portare a termine il lavoro ti ritrovi con una torre a metà e una figuraccia tutta intera.
Ad essere meno immediato è però il passo successivo. Gesù conclude: «Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo». Caro Maestro, mi stai dicendo che la strategia vincente è la perdita? È questo che deduco: come la pianificazione è il metodo per portare a termine un lavoro, così la scelta di rinunciare a tutti i nostri averi è la via per chi vuole seguirti. Sembra esserci un’evidente contraddizione. Fatichiamo a stare al passo dei tuoi pensieri, e davvero ha ragione il libro della Sapienza quando dice: «I ragionamenti dei mortali sono timidi e incerte le nostre riflessioni» (Sap 9,14). Dov’è, Signore, il segreto che si nasconde dentro la tua logica e che ci permette di sciogliere l’indovinello?
Il segreto, che poi segreto non è, sta in una delle affermazioni più antiche che la bocca di Dio ha pronunciato: «Io sono il tuo Dio». Sono io, cioè, l’appiglio sicuro a cui aggrappare la tua vita perché non si esaurisca quaggiù, nella scadenza dettata dalla tua mortalità, ma possa durare per sempre. L’ho promesso ad Abramo, che sulla mia parola ha abbandonato la terra di suo padre ed è entrato nella mia alleanza. L’ho detto a Mosè, che ha accettato la missione che gli affidavo, vincendo i suoi tentennamenti, e sai bene quali prodigi ho compiuto per mano sua. L’ho assicurato al re Davide, che ho trattato come un figlio prediletto, pur con tutti i disastri che è riuscito a combinare quando l’orgoglio umano prendeva il sopravvento. Ho affidato questo annuncio ai profeti, che l’hanno portato al popolo piccolo e zoppicante, affinché tornasse a me e recuperasse la vita piena. E perché tu capissi quanto è decisiva la questione, mi sono fatto vicino in Gesù, il Figlio, proponendo anche a te di diventare mio figlio, mia figlia. Perciò anche oggi, a te che ascolti questa Parola, io ripeto: sono io il tuo Dio, sono io l’unico appiglio che dura per l’eternità. Vuoi restare aggrappato ai tuoi attrezzi mondani e alle sicurezze a tempo determinato o accetti la strategia vincente di lasciarti stringere a me per ricevere quella vita che non avrà mai fine?