9 febbraio 2025 - V domenica del Tempo ordinario

Le ragioni del pescatore

Ha valide ragioni per sollevare obiezioni. Le ragioni dell’esperto del mestiere, che ben conosce i luoghi, i tempi e i modi. Le ragioni di chi sa quando è opportuno investire in uno sforzo e quando invece è meglio evitare un inutile spreco di energie. Oltretutto, viene da una notte di lavoro infruttuoso, e trattandosi di un lavoro notturno, non ha alcun senso ricominciare da capo quando ormai è giorno: non resta che ripulire l’attrezzatura e sparire prima che il fallimento faccia sentire tutto il suo peso, perché bisogna essere pronti per una nuova nottata di lavoro intenso. Intenso e, si spera, anche fruttuoso. Eppure, è proprio lì, in quella situazione di insuccesso, che Pietro viene raggiunto dalla richiesta irragionevole del Rabbi.

E Pietro, disarmato e disilluso, non riesce nemmeno ad opporre un rifiuto: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Come a dire: ogni ragione umana mi dice che è del tutto inutile rimettersi a pescare adesso, fuori tempo massimo. Però, lo faccio ugualmente, affidandomi alla tua parola. Che può voler dire: lo faccio perché lo dici tu, quindi, se non avremo successo, non sarò io ad aver fallito, ma tu, la tua parola. O forse, chissà, proprio l’insuccesso notturno della sua competenza di esperto pescatore lo spinge a dar credito a quel Rabbi, in cui intravede qualcosa di più di un semplice uomo?

Sta di fatto che la pesca è sorprendentemente fruttuosa. Quella di Gesù si dimostra essere una parola straordinariamente efficace e quindi affidabile, più affidabile di tutte le ragioni umane, anche di quelle di un esperto del mestiere. Al che, Pietro sembra andare in totale confusione: si riconosce peccatore, ed è sincero, ma invece di tenersi vicino quel Maestro dalla parola divina, gli chiede di allontanarsi da lui perché non ne è degno. Oh, Pietro! Ma è proprio perché non ne sei degno che lui è venuto da te! Commenta M.G. Lepori: «Le sue labbra non avevano finito di dire “Allontanati da me, Signore!”, che il suo cuore già gridava con un senso di desolazione: “No! Resta con me, Signore! Prendimi con Te!”». Grazie al cielo, Gesù non obbedisce alle parole della bocca ma risponde al bisogno di salvezza di Pietro, al grido del suo cuore, e lo chiama a seguirlo.

Osserva ancora Lepori: «È proprio quando siamo più svuotati e delusi che Gesù viene a domandarci di partecipare alla sua missione». Donaci, Signore, di riconoscere che, al di là delle obiezioni umane (anche ragionevoli), la tua presenza ci regala ragioni divine per fidarci di te. Donaci occhi per scorgere ciò che tu vedi in noi. E manda il tuo Spirito a ravvivare nei nostri cuori la fiamma della fede, che metta in moto i nostri passi sulle tue orme. Perché lo sappiamo che di te ci possiamo fidare. Solo che, abituati a scottature e fallimenti, nella presunzione di dovercela cavare solo con le nostre forze, spesso ce ne dimentichiamo.

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