5 ottobre 2025 - XXVII Tempo ordinario

Semi di fede e frutti di umiltà

Ecco che il tema della fede, soggiacente alle parabole delle scorse domeniche, oggi affiora e si condensa nell’accorata richiesta dei discepoli: «Accresci la nostra fede!». «Accresci», implorano: si tratta, dunque, di una questione di grandezza? Parafrasando un famoso spot pubblicitario degli anni che furono, ci chiediamo: per una vita in grande ci vuole una fede grande? Guardiamo all’esempio dei santi e sante della storia, o magari a figure che abbiamo conosciuto di persona, e diciamo: quello/a sì che ha una fede grande! Il rischio è di sentirci fuori luogo, inappropriati, perché incapaci (almeno per il momento) di seguire esempi di tale portata.

Gesù corregge i suoi, ricorrendo alla misura minima del granello di senape, tanto piccolo da sembrare trascurabile, eppure molto promettente, come ci ricorda un’altra parabola ben nota (cf. Luca 13,18-19). Quando si tratta della fede, non è questione di dimensioni: è questione di presenza. Se la fede c’è, gli effetti non tardano ad arrivare, e sono sorprendenti, perché c’è di mezzo il Dio delle sorprese. Le parole di Cristo ci pungolano e ci confortano. Ci pungolano perché ci costringono ad ammettere che non è l’accumulo di opere a misurare la nostra fede (non è automatico, infatti, che il prodigarsi in mille azioni generose sia espressione di una fede autentica). Ma siamo anche confortati, dal momento che ci vien detto chiaramente che la santità è alla portata di tutti, se solo consentiamo al più piccolo semino di fede di germogliare, crescere e portare frutto.

Uno dei frutti sorprendenti, segno rivelatore della fede, ce lo presenta Gesù nel discorso sui «servi inutili». Si tratta dell’umiltà di chi sa riconoscere che quanto operato in nome del Signore non è chissà quale merito da vantare, ma semplicemente «quanto dovevamo fare». È l’umiltà di chi sa bene che le sorti del mondo non dipendono dalle nostre trame, e per questo obbedisce al famoso adagio di Sant’Ignazio di Loyola: «Agisci come se tutto dipendesse da te, sapendo poi che in realtà tutto dipende da Dio». Questo significa non risparmiarsi nell’annuncio del Vangelo e nella testimonianza di Cristo, giungendo a sera senza rimpianti o recriminazioni, ma consegnando nelle mani del Signore quanto operato, dicendogli: Quello che era in mio potere, con il tuo aiuto l’ho fatto; quello che manca, metticelo tu. E questo dona pace al cuore che sa fidarsi di Dio.

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