«Accogliere e difendere la vita: questa la risposta a ogni dolore»

«Un Bambino è nato per noi. Chi può trattenere il Natale del Figlio di Dio? L’incarnazione è evento, non sogno illusorio, dato irrinunciabile della fede in Cristo Gesù, Dio da Dio. Nel grembo della Vergine Maria, l’eterno ha incontrato la storia. E l’eterno ha posto su ogni bimbo, anche mai nato, ferito, rifiutato, il suo sigillo, condiviso con ogni povero della terra». Così monsignor Maurizio Malvestiti, vescovo di Lodi, nella Messa della Notte, il 24 dicembre alle 20 in cattedrale. Con la statua del Bambino, le braccia allargate verso tutto il mondo, al centro del presbiterio, nella Notte di Natale 2020 monsignor Malvestiti ha posto l’accento sulla vita. Ha affermato: «Ha fatto il giro del mondo la foto di un neonato che ha preso la mascherina del medico che lo aveva tratto al mondo dal grembo materno. È ineffabile che sotto il cuore della madre in un singolo istante la vita cominci a pulsare. Solo Dio poteva compiere questo prodigio. Allora perché si muore? Quanti padri e madri abbiamo perduto in quest’anno, in cui ci è stato tolto anche il consolante commiato? C’è una risposta più alta. Nel “Non temete”, pronunciato in silenzio dal Bambino per noi – ha dichiarato -. La risposta è credere ancora di più alla vita, accogliendola, crescendola, curandola come il bene più prezioso. È la risposta ad ogni dolore. Accoglienza, cura, difesa della vita: dichiariamoci insieme per questo traguardo, risvegliando la responsabilità fiduciosa soprattutto nei giovani e nelle giovani e chiamandoli alla famiglia. La famiglia è la risposta. Solo l’accoglienza della nuova vita e la solidarietà familiare e sociale verso tutte le sue ferite può lenire gli affetti stroncati, e a Natale chiediamo a Dio per tutti questo dono e questa risposta». Il vescovo ha poi supplicato: «La benedizione di Dio vada in ogni pronto soccorso del mondo, in ogni ospedale, in ogni residenza per anziani, fin là dove si attende l’ultimo respiro. Corra di casa in casa per dire che sperare contro ogni speranza non è un inganno, ma il dolce obbligo del Natale. Siamo nati una volta per tutte e Dio ci custodisce. Si nasce non per essere sfrattati da un grembo, ma per custodire la scintilla della vita, facendosi garanti, difensori, educatori della vita». Ancora: «Un’altra celebre istantanea ritrae un anziano piangente tra le braccia di un operatore sanitario. Crediamo alla vita sempre, dal grembo materno al suo compimento, crediamo alla vita con immensa gratitudine. Non va manipolata, svenduta, mercificata, tantomeno tolta. Non è nostra, è di tutti, perché è di Dio. La vita è la carezza di Dio e ci convince a sperare contro ogni speranza». Concelebrata dai canonici monsignor Domenico Mor Stabilini, Giuseppe Cremascoli, Piero Bernazzani e Franco Badaracco parroco della cattedrale, la Messa della Notte ha avuto la presenza dei diaconi don Massimo Andena e don Nicola Fraschini, con gli altri seminaristi guidati dal Rettore don Anselmo Morandi e si è conclusa con un gesto speciale da parte di monsignor Malvestiti: l’introduzione, nel bellissimo presepe arrivato dalla collezione di Tino Cazzulani di Salerano, di una statuetta raffigurante un’infermiera, dono di Confartigianato e Coldiretti (così come a livello italiano per tutte le diocesi della penisola) e realizzata da un artigiano napoletano di via San Gregorio Armeno. «Vi chiedo di salutare i bimbi che hanno allestito i presepi, verrei a visitarli tutti nelle case – ha detto il vescovo ai presenti-. Penso di non far torto a nessuno se diamo spazio ad una categoria come gli operatori della salute. Li vogliamo ringraziare, da loro parta la benedizione e giunga ovunque. Osserveremo con molta attenzione la zona rossa in cui è l’Italia intera, per il bene di tutti. Buon Natale».

Articolo di Raffaella Bianchi pubblicato su “Il Cittadino” di lunedì 28 dicembre 2020, a resoconto della Veglia del Natale del Signore di giovedì 24 dicembre 2020 ore 20.00 in Cattedrale a Lodi, la cui pagina è scaricabile in formato PDF QUI.

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