Per la cerimonia funebre, in cattedrale, ci sono le autorità di tre province, i sindaci, i sacerdoti e i vescovi che si inginocchiano davanti alla salma del compianto vescovo Paolo Magnani, che guidò le diocesi di Lodi, prima, e poi di Treviso, dove è morto settimana scorsa. Ma c’è anche una donna molto anziana, quasi sorda, che non vuole spostarsi dalla prima fila: «È il mio vescovo, ha benedetto il santuario che ho fatto restaurare, io non mi muovo di qui». Questa la sintesi della vita di un uomo che nella sua lunga vita era entrato nel cuore di tutti proprio perché era in grado di parlare con ciascuno, di relazionarsi con le istituzioni forte dei valori che gli trasmetteva la sua fede, ma anche di accostarsi alle persone normali, con garbo e delicatezza, ispirando in tutti simpatia e rispetto.
Sabato mattina, la cattedrale di Treviso ha ospitato la cerimonia funebre del suo vescovo emerito che, dal 1977 al 1989, era stato sulla cattedra di San Bassiano, tanto che, nonostante siano passati ormai più di trent’anni, anche un gruppo di fedeli e sacerdoti lodigiani, guidati dal vescovo Maurizio e dal vicario generale, ha partecipato alla cerimonia. In rappresentanza della città di Lodi era invece presente il presidente del Consiglio comunale, Antonio Uggé. Nel grande presbiterio del duomo di Treviso, oltre duecento sacerdoti e sedici vescovi, tra cui appunto il vescovo Maurizio, il vescovo emerito Giuseppe Merisi e il vescovo nativo Egidio Miragoli, che fu segretario di monsignor Magnani nel suo periodo lodigiano. A presiedere la cerimonia era invece il patriarca di Venezia, monsignor Francesco Moraglia. All’inizio della cerimonia, il vescovo di Treviso Michele Tomasi ha però ringraziato non soltanto i presenti, ma anche tutte le persone che hanno mandato un messaggio di Guidò la diocesi di Lodi dal 1977 al 1989, a presiedere la cerimonia il patriarca di Venezia con altri quindici vescovi Monsignor paolo Magnani In cattedrale a Treviso è stato celebrato il funerale del vescovo emerito
«Aveva un cuore ricco di umanità» cordoglio, primo tra tutti Papa Francesco. Tratteggiare la vita e la personalità di monsignor Magnani, morto a 96 anni dopo 72 anni di vita sacerdotale e quasi cinquanta di impegno come vescovo, non è stato un compito facile per il patriarca Moraglia, che si è lasciato guidare proprio dalle parole del confratello defunto, in un suo commento alle Beatitudini scritto in occasione del 70esimo di Ordinazione:
«Sono le parole più attuali e provocatorie delle sacre Scritture: in esse l’intero Vangelo ci giudica, ci rivela al nostro peccato e alla nostra poca fede. E in esse Cristo giudica la Chiesa, per ricordare ciò che deve essere la Chiesa, ovvero Chiesa di Gesù Cristo, per non lasciarsi contagiare da ciò che è mondano e passeggero».
Partendo dalle Beatitudini come «codice della santità cristiana», il patriarca ha quindi ricordato la figura di monsignor Magnani: «Ha lasciato testimonianza di una fede robusta, cresciuta in ambito familiare, rafforzata in seminario e nell’esercizio del suo ministero, una fede caratterizzata dall’intelligenza fidei. In lui fede e ragione hanno formato un binomio ben articolato, curò molto la formazione, ebbe grande sensibilità per la liturgia sottolineando il significato ecclesiale della chiesa cattedrale e del ministero del vescovo. Sapeva muoversi con le doti necessarie che si esprimono in termini di prudenza e saggezza, e nella capacità di giungere a una decisione. Sapeva incontrare le persone, aveva un cuore ricco di umanità perché la natura e la grazia gli avevano offerto una sguardo pieno sulla realtà». Infine, monsignor Moraglia è tornato alle parole umili e sincere con cui il vescovo, già emerito di Treviso, si era rivolto ai suoi fedeli in cattedrale in occasione del 70esimo dall’Ordinazione: «Sono qui, tra voi, come sono, per grazia di Dio. Ma sono quello che sono anche per quello che voi avete fatto di me. Sono un vescovo di famiglia, di parrocchia, di paese, di diocesi, di Chiesa».
«Le Beatitudini – ha concluso Moraglia – trovano un riflesso significativo e originale nel vescovo Paolo». Al termine della funzione, il patriarca Moraglia, il vescovo Maurizio e il vescovo di Treviso Tomasi, insieme agli altri fratelli vescovi, hanno accompagnato la salma di monsignor Magnani nella cripta della cattedrale, dove riposerà nel sepolcreto insieme alle spoglie dei suoi predecessori.
di Federico Gaudenzi
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