Presso il cortile della Curia

Festa Animatori

Ieri l’incontro tra il vescovo Maurizio e i giovani animatori chiamati a un’estate di servizio

«No divisioni, abbracciate ciò che unisce»

+vescovo Maurizio

«Lasciate da parte ciò che divide, abbracciate ciò che ci unisce». Questo l’augurio che il vescovo Maurizio ha voluto rivolgere ai giovani ragazzi della Diocesi di Lodi che fra qualche giorno avranno il compito di essere da esempio e di animare quanti parteciperanno al Grest 2023.

Nel palazzo vescovile di via Cavour a Lodi l’appuntamento con la Festa Grest ha segnato una fondamentale tappa di avvicinamento in vista del 12 giugno, giorno in cui molti Grest prenderanno il via nelle parrocchie della Diocesi. E allora il saluto di monsignor Malvestiti, nel pomeridiano incontro di ieri coordinato da don Enrico Bastia, e la cui parte finale si è svolta in Cattedrale, è stato accompagnato da una preghiera con il sentito augurio «per il compito che voi animatori assumerete».

Per essere educatori validi, infatti, occorre avere in sé una meta verso la quale tendere: «Una frase di Seneca, in questo senso, è molto esplicativa ed è degna di essere sempre meditata. “Non esiste nessun vento favorevole al marinaio che non sa dove andare”. Se l’educatore allo stesso modo non sa perché si impegna, perché sta vivendo la sua giovinezza, se è nello sconforto, deve comunque ricordare che qualcosa di bello può scaturire da lui». Occorre cercare dentro di noi, interrogarci su cosa stiamo cercando, altrimenti non troveremo le condizioni migliori per essere noi stessi. «Quindi vi chiedo di interrogarvi sulla vostra vita – ha precisato il vescovo -.

Decidere della propria vita è il grande bene, da chiedere con amore, lasciandoci aiutare dal Signore, dalla sua parola, dall’incontro con la comunità ecclesiale. I veri educatori e gli animatori sono quelli che cercano la meta». Monsignor Malvestiti ha poi indicato in don Lorenzo Milani un esempio di chi spese la sua vita per aiutare il prossimo ad esprimersi. Ma la capacità di individuare ciò che conta nella vita, e di proporlo, «deriva anche da una mente capace, che deve essere coltivata». Citando infine papa Giovanni XXIII, il vescovo ha esortato gli educatori ad anelare alla loro meta interiore, utilizzando i propri valori «ma sapendo coinvolgere il cuore, lasciando da parte ciò che ci divide, valorizzando ciò che unisce». Accompagnando i giovani con la sua preghiera amichevole, il vescovo Maurizio ha salutato i ragazzi con la speranza e l’augurio «affinché il Signore ci aiuti ad essere felici, attraversando le tristezze insieme, rendendo felici noi e quanti vivono con noi cominciando dai più piccoli».

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