Un pane che si spezza, intorno a cui raccogliersi. Un pane da condividere per essere in comunione gli uni con gli altri.

Frammenti di umanità

Una serata dedicata ai giovani che ha aperto la settimana del Congresso Eucaristico

Un pane che si spezza, intorno a cui raccogliersi. Un pane da condividere per essere in comunione gli uni con gli altri. A partire dal tema del pane si è sviluppata la serata “Frammenti di Umanità”, che ha avuto luogo lo scorso 23 settembre presso l’Auditorium Bpl: una serata dedicata in particolare ai giovani, che ha aperto la settimana del Congresso Eucaristico Diocesano. Un percorso che si è snodato attraverso quattro parole chiave, tra canzoni, coreografie, video e testimonianze, per lanciare provocazioni, smuovere domande e riflessioni e raccontare quei “frammenti di umanità” che può diventare comunità soltanto se ognuno di noi si sente chiamato in causa e si sente responsabile anche per chi gli sta accanto.

La prima parola è stata “Fame”: non solo quella fisica, che è sicuramente la più evidente, ma anche quella di relazione e di affetto, come ha raccontato Ermanno, 19 anni, primo ospite della serata. Ermanno è un giovane volontario della mensa diocesana e quotidianamente incontra persone che non hanno solo bisogno di un pasto caldo, ma anche di essere accolti e ascoltati, riconoscendo il loro valore e la loro dignità di persone. Ermanno ha sottolineato come vivere un’esperienza di volontariato sia estremamente arricchente e come sia importante farsi prossimi di chi si incontra, vedendo quanto ognuno è prezioso. Dall’esperienza di Ermanno è nato un progetto narrativo, “E poi soli di sabato in questa città”: le storie di coloro che frequentano la mensa Caritas vengono raccontate settimanalmente in un podcast e saranno raccolte in un libro in uscita a dicembre.

Parlando di “Pace”, la seconda parola, è stato rimarcato come ancora in troppi paesi del mondo si viva ancora in mezzo a drammatiche guerre. Dalla Palestina è arrivato il video messaggio di Yazan, 22 anni, nato a Betlemme, che sperimenta ogni giorno la fatica di vivere in una situazione di tensione e conflitto, ma spera che un giorno anche nella sua terra ci sarà finalmente la pace, con diritti e libertà per tutti. Yazan ha esortato ognuno ad operare nel suo piccolo per costruire un mondo di pace, partendo dall’ascolto e dall’accoglienza dell’unicità di ciascuno.

La terza parola scelta è stata “Dono”. Essere dono per l’altro è una sfida e un rischio, perché significa scegliere di farsi presenza, creare una relazione facendosi coinvolgere dall’altro, mettere in gioco la propria vita, tutto questo senza alcuna garanzia di essere corrisposti. Ma essere dono per l’altro è fonte di gioia e speranza di comunione. Altrettanto importante è saper riconoscere tutti i doni che rendono più bella la nostra vita: a volte diamo tutto per scontato ed è necessario allenarsi.

A tutti i presenti è stato allora donato un “Salva-donaio (prendendo in prestito una espressione di Alessandro D’Avenia), cioè un piccolo quadernetto su cui annotare ogni settimana il dono più bello ricevuto: un dono materiale, una persona incontrata, un’esperienza fatta, un evento inaspettato…cose piccole, semplici, segni di grazia da imparare ad individuare e per cui essere grati. Da qui il collegamento con l’ultima parola, “Grazie”: un’espressione che nelle varie lingue del mondo ha tante sfumature e significati diversi. E parlando di pane, viene alla mente l’icona biblica della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Come non ricordare il grazie che Gesù eleva al Padre? E anche il grazie della folla affamata, radunata per ascoltarlo. Quella fame viene colmata dal dono di un ragazzino che decide di condividere quel poco che ha con sé: è partendo da quello che ognuno di noi sceglie di offrire che Gesù può compiere il miracolo di sfamare tutti. E ciascuno porta a casa oltre al pane anche la pace che Gesù dona ai cuori.

I vari momenti della serata sono stati scanditi dalla musica dei Peppermind e dalle coreografie del corpo di ballo: due partecipazioni importanti che hanno contribuire a creare atmosfera e calarsi nei temi proposti. La serata è proseguita in Cattedrale con un momento di Adorazione Eucaristica, definita dal vescovo Maurizio “un abbraccio silenzioso con Gesù, in cui lo si prega di essere con noi”. Il vescovo ha esortato così i tanti giovani presenti: “Non perdete la vostra umanità, rendete unica la vostra vita. Considerate sempre il nome di Gesù Cristo, l’eucarestia fedele ogni domenica, la grazia del perdono misericordioso di Dio.”

di Sara Riminitti

L’Upg ringrazia di cuore tutti coloro che in vario modo hanno contribuito a costruire la serata “Frammenti di umanità”: i Peppermind, il corpo di ballo, i coreografi, gli autori, i presentatori, l’equipe Upg. Grazie a tutti coloro che hanno partecipato e si sono lasciati provocare dagli spunti lanciati, in particolare i giovani partecipanti alla Gmg di Lisbona e al pellegrinaggio in Terra Santa.

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