In “Amicizia Sociale” monsignor Malvestiti ha fatto riferimento, tra le altre, alla enciclica di Francesco “Fratelli tutti”

GMG: la catechesi del vescovo ai ragazzi di più diocesi

«Siate il sogno di Dio per la storia di oggi e di domani»

Con la seconda “Catechesi”, dal titolo “Amicizia Sociale”, facendo seguito a quella sull’Ecologia integrale (cfr. enciclica Laudato si’), il vescovo Maurizio ha fatto riferimento alla “Fratelli tutti”, altra enciclica di papa Francesco, ma anche alla Christus vivit (l’esortazione apostolica che egli ha pubblicato dopo il Sinodo sui Giovani), invitando a leggere online la Gaudium et Spes (costituzione pastorale del Concilio Ecumenico Vaticano II sulla Chiesa nel mondo contemporaneo).

Dono e responsabilità

Le mattinate giovanili sono state vissute all’insegna del rise up (ossia alzati), ispirato al vangelo della Gmg (Lc 1,39 ss con Maria, che si alza e va in fretta da Elisabetta sospinta dalla carità). Avviando la seconda tappa ha ricordato l’abbraccio ricevuto – e nel desiderio anche ricambiato – con tutte le creature (Ecologia integrale). Un abbraccio confluito nel rendimento di grazie eucaristico per evidenziare il dono e la responsabilità di riconoscere, vivere e incrementare la centralità dell’uomo e della donna, quali custodi della casa comune (che è l’intera creazione), di cui sono espressione singolare essi stessi. Non devono dominare o sfruttare ma custodire la creazione affinché le generazioni nel loro susseguirsi possano continuare a consegnare all’intera famiglia umana il testimone dell’amore e della vita, col mistero colmo di futuro che porta con sè. La modalità di questo ricevere il “dono” e della “responsabilità” di metterlo a disposizione per il presente e il domani di tutti sta nell’avverbio “insieme”, che consente di indicare la meta e l’essenziale dell’amicizia sociale: l’unità e la pace cui tende la comunità umana. La chiesa ha sempre indagato il pensiero umano desiderosa di realizzare un incontro col “pensiero di Cristo” (cfr 2 Cor 1,16) per elaborare la visione evangelica sull’uomo e la donna nella storia (l’antro- pologia cristiana) e sostenerne il cammino verso il compimento del regno di Dio.

I Quattro Cardini dell’amicizia sociale

Sono contenuti nella Dottrina Sociale della Chiesa, un patrimonio di pensiero scaturito dalla Parola di Dio e dall’itinerario finora percorso in fedeltà a Dio e all’uomo. Essi sono: -La centralità della persona, che è “inviolabile” nei diritti (e doveri); – l’universalità del bene comune (se limitato ad alcuni soltanto genera squilibri e conflitti anche gravi); – il riferimento morale dell’azione socio-politica (non è irrilevante perché stimola o blocca il progresso dell’insieme sociale); – la forza della ragione e la luce della fede vivificate dalla carità sociale. Sono elencati in questo ordine nella Pacem in terris, l’enciclica di san Giovanni XXIII, da citare nel 60mo dalla pubblicazione (11 aprile 1963). In essa troviamo anche la categoria evangelica dei “segni dei tempi”, che ne rende attuale il messaggio anche per la Gmg 2023 invitando a non scardinare bensì a contestualizzare la riflessione aprendola al “cambiamento d’epoca” in cui viviamo.

Le fondamenta dell’amicizia sociale

Sono ancora quattro: verità, giustizia, amore, libertà e conducono all’unità e alla pace la famiglia umana (cfr. Pacem in terris). Senza queste basi non funzionano “i cardini” e non si aprono le porte della convivenza umana impedendo l’edificazione della “civiltà dell’amore” auspicata da San Paolo VI. Sta qui il segreto della fratellanza universale proposta con vigore da papa Francesco e ribadita nella dichiarazione di Abu Dhabi firmata col grande Imam dell’Università Al-Azhar del Cairo. È il compito affidato ai giovani e alle giovani del mondo intero a cominciare da quelli della Gmg 2023: essere certezza e garanzia della fraternità possibile! La storia ha bisogno infatti “della scintilla di luce, del centro di amore, del fermento vivificatore” che solo i giovani possono offrire al comune domani. Va sottolineato che solo insieme le quattro fondamenta realizzano l’amicizia sociale e la pace, altrimenti cadono insieme. Loro compito è bandire ogni inimicizia e ogni guerra. Nessuna guerra può essere ritenuta giusta. Tantomeno quella tra due popoli che vantano lo stesso battesimo cristiano, come l’Ucraina e la Russia. È scandalo l’aggressione di ogni popolo ma diviene una dolorosa contro-testimonianza per i discepoli di Cristo, che è “la nostra pace” (Ef 2, 14).

Il Dialogo

È la via all’amicizia sociale. La propone papa Francesco, che ha chiamato la chiesa universale al cammino sinodale. La chiesa di Lodi si era già messa “insieme sulla Via” celebrando il Sinodo XIV, che ora stiamo applicando. La coerenza individuale e collettiva nel perseguimento della fedeltà a Dio e all’umano rende autentico il dialogo, che diviene testimonianza attraente quando abbandoniamo ogni arroganza intraprendendo l’umiltà, che ci insegna Maria, capovolgendo con la sua dedizione espressa nel Magnificat, le sorti della debolezza umana che Dio privilegia per manifestare la sua misericordia. Dialogo e amicizia sociale partono dalla propria famiglia, dalla scuola, dal quartiere, parrocchia e oratorio, luoghi di lavoro, cultura, educazione, divertimento ma continua nei luoghi della fragilità e si dilata verso tutti senza distinzioni e tantomeno discriminazioni. Culture e religioni se non sono strumentalizzate si alleano nel dialogo ecumenico, che e’ una scelta irreversibile della chiesa cattolica, e in quello interreligioso, che è inderogabile. Ma anche coi non credenti troviamo motivo di intesa perché nessuno è indifferente alla verità, alla giustizia, all’amore e alla libertà. Così comprendiamo tutto il valore della libertà di coscienza e religiosa: è come la fionda del giovane Davide, che ha abbattuto il gigante Golia. Ogni totalitarismo teme questa libertà perché porta con sè ogni altra espressione della vera libertà.

Rete o catena sociale?

Giacomo Leopardi parlava della catena sociale che noi formiamo ma si può temere che l’amicizia si senta incatenata. Fare rete è forse la prospettiva profetica da consegnare ai giovani di ogni lingua, popolo e nazione. Come fili di luce che si intrecciano con l’idealità e l’energia della giovinezza potranno ripescare la storia da ogni naufragio e far ripartire l’amicizia sociale. E questa aprirà le grandi finestre del progresso per la famiglia umana riconducendo l’economia, la politica, il lavoro, con le grandi problematiche della casa, della scuola, della salute e delle immense povertà materiali e spirituali al convincimento che sicuro profitto e vero capitale è quello umano. Basterebbero di san Giovanni Paolo II l’enciclica Laborem exercens e la Centisumus annus a cento anni dalla Rerum Novarum di Leone XIII o di san Paolo VI la straordinaria enciclica Populorum progressio, coi popoli della fame che gridano per l’ingiustizia inaccettabile dei sistemi economici e politici oppressivi ad entusiasmare cristiani e non ad inoltrarsi in un’autentica amicizia e giustizia sociale e confermare come il vangelo di Dio sia vita per l’intera famiglia umana.

Conclusione

Siate il sogno di Dio per la storia di oggi e di domani. Ma coi piedi per terra. Ricordando il cap. 25 di Matteo: avevo fame, avevo sete… e mi avete assistito. L’amicizia sociale fiorisce e fruttifica col dono di voi stessi. Noi adulti vi abbiamo detto tante cose, senz’altro buone. Ora tocca a voi colmare i nostri ritardi con la giovinezza, che ha il cielo nel cuore, passando “dal dire al fare attraversando il mare” con scelte di vita generose e definitiva. Maria sussurra alla coscienza di ogni giovane nel vangelo delle nozze di Cana: “quello che vi dirà, fatelo” (Gv 2, 1-5). E il Figlio Gesù, ci ricorda che amare è servire e dare la vita. Proprio Lui ci ha chiamato amici (cfr Gv 15).

+ Maurizio, vescovo di Lodi

 

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