«Teniamo viva la speranza. Mi rivolgo a voi sacerdoti che assumete un nuovo incarico, nella consegna sinodale delle comunità pastorali. Nel ringraziarvi insieme a tutto il popolo di Dio, vi accompagniamo tutti, con stima cordiale invocando la benedizione del Signore. Siamo chiamati al ministero di annunciare il Vangelo, annunciarlo insieme per diventare un’offerta gradita, santificata dallo Spirito Santo. E saluto con apprezzamento riconoscente tutti i catechisti, nuovi e più maturi ».
Così il vescovo di Lodi, monsignor Maurizio Malvestiti, ieri [venerdì 20 settembre n.d.r.] sera in Cattedrale per il mandato ai catechisti ed educatori e l’assunzione dei nuovi incarichi da parte di alcuni sacerdoti. “Speranza” è stata la parola che ha accompagnato tutto l’incontro. “Speranza” che connota la Bolla di indizione del Giubileo del 2025, così alcuni passaggi della Lettera di San Paolo ai Romani e del catechismo della Chiesa cattolica, nonché dell’Apocalisse con la speranza dalle “grandi ali”. Ha detto il vescovo:
«Lo slancio della speranza preserva dall’egoismo e conduce alla gioia nella carità. Abbiamo un input teologale che ci spinge a cambiare l’umano. Cominciando a cambiare noi stessi. La formula vincente è sempre la vita, con le sue fragilità e possibilità. La creatività dello Spirito lavora efficacemente».
E le nostre debolezze? E i ritardi? «Consegniamoci all’umile richiesta di perdono nella confessione, per riprendere il cammino ». Inoltre: «Chiediamo gli uni per gli altri insieme per la Chiesa di Lodi e quella universale, il fremito di questa speranza, che viene soltanto dalla Parola di Dio». Monsignor Malvestiti ha poi sottolineato che esiste anche un vuoto di speranza. «Il vuoto di speranza che ho definito “della porta accanto” e anche di casa nostra.
Quante storie di estraneità nei confronti della vita propria e altrui. Sotto la veste di una normalità, tanto apparente quanto sconvolgente». Ancora: «La vita impara man mano dalla speranza. Se vi sono maestri e testimoni, la grande speranza che dà forma al vivere del vero discepolo, scaturisce dal Signore». Nella serata di ieri i catechisti hanno ricevuto la benedizione dal vescovo. Gli otto nuovi parroci (monsignor Gabriele Bernardelli, don Pierluigi Leva, don Paolo Beltrametti, don Andrea Legranzini, don Davide Chioda, don Giancarlo Baroni, don Francesco Bergomi) hanno compiuto la professione di fede e il giuramento di fedeltà e sono parroci effettivi delle nuove comunità. E tutti i sacerdoti con nuovi incarichi hanno ricevuto una lettera del vescovo. «Si dice che la speranza è figlia della fede e amica stretta della carità. L’invito – ha detto monsignor Malvestiti – è a cercarla nella Scrittura, a lasciarci formare dalla speranza, che ha riferimento doveroso alle realtà ultime.
Diventa essa stessa vittoria sulla morte e futuro oltre la morte. Dai sacerdoti, dai catechisti deve trasparire questa certezza, perché non è nostra, viene dall’alto. Ha detto un teologo: la speranza è a servizio della veniente salvezza ed è come una freccia lanciata nel mondo per indicare il futuro. Chi incontra un catechista, un sacerdote, deve sentire questo appello ». Infine: «Siamo pellegrini di una irreversibile speranza ecumenica, perché abbiamo insieme una responsabilità inderogabile di collaborazione interreligiosa».
Nei prossimi appuntamenti ci sono il convegno ecumenico regionale di Brescia, il 6 novembre (a 1700 anni dal Concilio di Nicea), il convegno diocesano in Episcopio il 12 ottobre (per i 1650 anni dall’ordinazione episcopale di San Bassiano), venerdì 27 settembre a Lodi “Frammenti di speranza”, per i giovani. “Ricordiamo che la grazia del Giubileo si intreccia con il cammino sinodale, quello della nostra Chiesa e quella del cammino universale – ha concluso il vescovo -.
Dal 3 al 7 settembre si svolgerà il pellegrinaggio giubilare diocesano, con udienza papale sabato 6 settembre». E ai catechisti presenti ieri sera, l’invito a portare il saluto a tutti i ragazzi e i bambini che incontreranno.