
«Tutti siamo responsabili dell’unità: lo Spirito del Signore Crocifisso Risorto ci sosterrà affinché questa unità giunga all’intera famiglia umana». Questo l’appello nella domenica delle Palme del vescovo Maurizio, che domenica in Cattedrale ha presieduto la Santa Messa di inizio Settimana Santa.
Dopo la benedizione degli ulivi sul sagrato della Basilica i fedeli, tra cui molti ragazzi e scout, sono entrati in Cattedrale dove il vescovo ha sottolineato come
«gli ulivi e le palme ci hanno parlato di pace e di speranza, invitandoci ad annunciarle al mondo».
La speranza e la pace, ha ricordato monsignor Malvestiti, non sopportano il rumore e la prepotenza, ma chiedono il silenzio: «Ne abbiamo ascoltato il messaggio quando, all’annuncio della morte di Gesù in croce, ci siamo inginocchiati tutti in silenzio. La liturgia ci consente di entrare nella vita di Gesù, e poi potremo uscire con lui tra la gente, proclamando “sia pace e speranza a tutti”».
Ma nella domenica delle Palme c’è una terza parola che ci è consegnata dalla divina Scrittura: «Il dolore, anche se noi cerchiamo sempre e solo la gioia. Ma la gioia vera passa dal dolore, dal sacrificio, dal dono di sé nella condivisione di ciò che abbiamo con tutti, a cominciare dai poveri. Non possiamo scappare dal dolore. Uomini e donne ne hanno paura».
Gesù invece entra fino in fondo nel dolore: «Entra con noi e per noi nel dolore, vincendo la morte, seminando la speranza, facendo diventare l’ultimo giorno come un passaggio alla sua pace, piena di vita eterna». Così nella Pasqua di Gesù «abbiamo la risposta più grande alla nostra angoscia». Una risposta che va al di là di ogni umana attesa «perché approdiamo all’amore senza fine con Dio».
Il Giubileo «ci chiama alla misericordia che perdona i peccati» e «all’indulgenza che ne rimette ogni conseguenza» per garantirci questo dono. «Andiamo alla confessione e alla comunione pasquale, perché cresca in noi la speranza che non delude – ha invitato il vescovo -. Non delude perché Gesù Cristo è il Signore. La speranza cristiana non delude per quella passione, morte e resurrezione che è stata proclamata dal Vangelo. Ora ci immergiamo in questa grazia per vivere in fedeltà al nostro battesimo».
Mai vorremo tradire il Figlio dell’uomo: «Cercheremo di non condannare nessuno per non essere condannati. Insieme con Cristo vogliamo condannare solo il male, morire interiormente con Cristo e risorgere insieme con lui, cambiando il mondo nella luce della sua resurrezione».
Quest’anno, ha fatto infine notare il vescovo, tutti i cristiani celebrano la Pasqua nella stessa data: «È una coincidenza, ma forse è il Signore che ci fa un appello. Nell’ora della passione egli infatti disse al Padre “siano una cosa sola, perché il mondo creda”»