Buona speranza, penitenza e carità. Con queste parole ieri il vescovo di Lodi Maurizio Malvestiti ha chiuso l’omelia e avviato al contempo l’anno giubilare per l’ottavo centenario della morte di San Gualtero. “Abbiamo celebrato il 4 luglio gli 850 anni dalla morte di Sant’Alberto e oggi apriamo l’ottavo centenario del ritorno al Padre del nostro San Gualtero che si compirà nel 2024” ha ricordato il vescovo Maurizio durante la messa della festa patronale di ieri, in cui è stata concessa l’indulgenza plenaria. L’hanno concelebrata il parroco don Renato Fiazza e il collaboratore monsignor Domenico Mor Stabilini. Diacono Dario Versetti, ministranti e coro San Gualtero l’hanno animata.
Continuando l’omelia il vescovo ha ricordato che poi sarà la volta di San Bassiano, di cui celebreremo i 1650 di consacrazione episcopale il 19 gennaio. “Siamo sempre in compagnia dei santi, preceduti da Maria Santissima: con loro proclamiamo che solo Gesù, il crocifisso risorto, è la via, la verità e la vita”. Laico, San Gualtero nacque nel 1184 e morì a soli 40 anni.
«Conscio della grazia battesimale, nacque e visse tra noi, peregrinando in luoghi vicini e lontani sospinto dalla carità di Cristo – ha aggiunto il vescovo Maurizio -. Ora intercede per noi, accompagnato dalla fama dei suoi prodigi e dalla santità acclamata dal popolo fedele per le sue travolgenti opere di misericordia. Di lui conoscete vita, fatti e miracoli, ma la vera grazia di questo centenario sarà la celebrazione dei divini misteri. San Gualtero apre davanti a noi il libro della Sapienza, per parlarci dell’unico Dio che ha cura di tutte le cose e che è un giudice mite».
Signore che non accetta l’insolenza, ricordandoci «di amare il prossimo con un agire concreto e non con vani propositi – ha proseguito mons. Malvestiti durante la celebrazione a cui hanno partecipato famiglie, giovani e anche gli “Amici di San Gualtero” -. Nonostante tutte le traversie della vita e della storia, il regno di Dio è in mezzo a noi nella chiesa del Signore. La zizzania non viene da Dio, non possiamo attribuirgli quelle opere malvagie dalle quali a volte ci lasciamo travolgere». Nell’anno giubilare le parole ricorrenti sono anche penitenza, che ci impegna talora a dire “no” a noi stessi.
«La penitenza chiama poi la pazienza, che sa attendere di superare il male perseverando nella carità» ha specificato in conclusione il vescovo Maurizio, ricordando una intenzione di preghiera cara a san Gualtero: «malati e anziani, sono una risorsa irrinunciabile per la società: ci ricordano come penitenza e pazienza siano via alla libertà. Quest’anno sarà vera gioia se non disdegneremo la penitenza e il perdono: la messa e la confessione rimangono i propositi più sicuri e con essi la carità sarà irresistibile, facendo di questa commemorazione un impegno solidale e sinodale per far si che le parrocchie di San Gualtero, Montanaso, Arcagna e Galgagnano siano una vera comunità pastorale, un’autentica casa della misericordia».
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