Lo scorso 20 novembre il pubblico lodigiano ha avuto di nuovo la possibilità di ascoltare una lezione del matematico lodigiano sull’impatto dell’AI nelle nostre vite

Quarteroni: l’AI e le sfide etiche

“L’AI non sa né di sapere né di non sapere”

L'immagine è stata elaborata dall'intelligenza artificiale DALL·E

La Diocesi di Lodi, in anticipo su molti, ha avuto l’intuizione di invitare il prof. Alfio Quarteroni già durante il XIV Sinodo della Chiesa di Lodi per parlare proprio delle sfide etiche che l’intelligenza artificiale ci pone. Anche recentemente, in occasione della lettera apostolica di papa Francesco su Pascal – tramite l’Ufficio Comunicazioni – il prof. Quarteroni è stato intervistato (vedi di seguito) e invitato a rileggere un pezzo di storia, dalla pascalina (il primo calcolatore, inventato proprio dal pensatore francese) fino alla rivoluzione digitale di oggi.

E proprio in occasione di un incontro nazionale, organizzato dall’Ordine degli Ingegneri di Lodi – tenutosi presso la Sala dei Comuni della Provincia di Lodi – lo scorso 20 novembre, il pubblico lodigiano ha avuto di nuovo la possibilità di ascoltare una lezione del matematico lodigiano sull’impatto dell’AI nelle nostre vite.

Istruzione, commercio, industria, viaggi, divertimento, sanità, politica, relazioni sociali, sport: in breve la vita stessa sta diventando inconcepibile senza le tecnologie, i servizi, i prodotti digitali e l’AI. Il professore ne ha dato ampia dimostrazione citando in particolare due sue esperienze di applicazione dei modelli matematici: in ambito sportivo (nelle regate di barche a vela dell’American Cup) e in ambito medico, nell’assistenza ai medici che usano l’intelligenza artificiale per progettare un intervento chirurgico e che si preparano grazie a simulazioni virtuali che riproducono il comportamento del cuore.

Ma è stata nella seconda metà del suo intervento in cui è emerso il lato profondamente umanista del prof. Quarteroni che si è interrogato in primis su alcune questioni basilari sull’AI, e in seconda battuta, sulle sfide etiche che ci costringe ad affrontare.
Che cos’è l’intelligenza? Per un matematico è fondamentale partire dalle definizioni, e una definizione univoca ad oggi ancora non c’è…Una macchina “intelligente” può essere generativa (cioè è in grado di produrre qualcosa di nuovo come contenuti complessi e altamente realistici che imitano la creatività umana)? Ad esempio, ChatGPT ha mai passato il famoso test di Turing? L’AI è vera un’intelligenza? Ad oggi la risposta è più negativa, per un motivo particolare: l’AI non è cosciente (?). Citando un libro di J. Nida-Rumelin e N. Weidenfeld “Umanesimo digitale” ha condotto tutti al punto cruciale:

L’AI non sa né di sapere né di non sapere

Un ritorno alla massima socratica “So di non sapere”, a quell’atteggiamento che fino ad oggi ci ha contraddistinto come esseri pensanti e consapevoli, in grado di dare valore e senso alle cose del mondo. “Fino ad oggi” – ha chiosato il professore – significa però che si deve tenere conto della velocità esponenziale delle novità (“settimanalmente” [sic!] ci sono scoperte che rivoluzionano qualcosa) che potrebbero portarci, nel giro di pochissimo tempo, a rivalutare proprio questi aspetti legati alla coscienza delle macchine intelligenti.
È cruciale quindi comprendere le trasformazioni tecnologiche in atto per disegnarle e gestirle nel modo migliore poiché, ci ricorda Quarteroni, siamo arrivati a costruire la società di oggi – nonostante i suoi difetti – senza l’intelligenza artificiale, basti pensare ad Einstein, Schrödinger, Bach, Picasso (potremmo aggiungere: Socrate, Gesù). Hanno cambiato modo di vedere il mondo…senza l’AI.

[L’immagine di copertina è stata elaborata dall’intelligenza artificiale DALL·E il giorno 2023-11-24 fornendo questa indicazione: “A futuristic Picasso painting of a western male mathematician speaking about the AI”] 

Luca Servidati & don Franco Badaracco per l’Ufficio Comunicazioni Sociali

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