"Vocazione comune a tutto il popolo di Dio, scaturisce dalla grazia battesimale"

Sant’Alberto, pastore attivo e zelante

In Cattedrale ieri la Messa presieduta dal vescovo Maurizio per celebrare il compatrono della diocesi

Lodi festeggia Sant’Alberto, compatrono della diocesi. Ieri mattina il vescovo Maurizio Malvestiti ha presieduto la Messa in Cattedrale, concelebranti il vicario generale monsignor Bassiano Uggè e il presidente del Capitolo monsignor Domenico Mor Stabilini, a 850 anni dalla morte del Santo.

Vescovo MaurizioPer questo specialissimo anniversario Papa Francesco, tramite la Penitenzieria Apostolica Vaticana, ha concesso l’indulgenza plenaria e la benedizione papale impartita dal vescovo al termine della celebrazione.

«Anticipiamo in questa domenica, – ha spiegato il vescovo durante l’omelia – la commemorazione liturgica del vescovo sant’Alberto. Il 4 luglio 1173, dopo soli cinque anni di episcopato nella “nova Laus”, che era in edificazione, egli tornava al Padre, riunendosi coi santi pastori di Cristo, a cominciare da San Bassiano, nostro primo vescovo fin dal IV secolo. Lo accompagnava la fama diffusa della sua carità santa».

Monsignor Malvestiti ha ricordato che Alberto Quadrelli era nato a Rivolta d’Adda, la comunità che avrebbe presieduto per 25 anni come presbitero. Poteva essere il 29 marzo 1168, un Giovedì Santo, quando fu scelto da clero e popolo quale nostro vescovo. Fu l’arcivescovo di Milano, Galdino, legato pontificio in Lombardia, a disporre l’abbandono del suo predecessore, Alberico, in anni turbolenti per la Sede Romana colpita anch’essa dalla divisione. «Attivo e zelante, – ha sottolineato il presule – riconosciuto persino dai nemici per la sua rettitudine, Sant’Alberto prese parte al terzo Concilio Lateranense, mostrando tutta la responsabilità episcopale nel mantenerci uniti al Successore di Pietro, il Papa. Il suo corpo riposa in cripta, vicino a quello di san Bassiano: così antica e nuova Lodi risplendono nel vincolo della santità, che traspariva esemplare in questi suoi pastori. È la vocazione comune a tutto il popolo di Dio, la santità. Scaturisce dalla grazia battesimale. Fiorisce fino a portare frutti di vita eterna grazie alla Santa Cena del Signore, rendendo perfetta la continuità apostolica nella Chiesa di Lodi».

E in un altro passaggio dell’omelia il vescovo Maurizio ha espresso la gioia per aprire questo importante centenario:

«A 850 anni dalla morte di sant’Alberto, ho la felice opportunità di aprirne la commemorazione, che si compirà il 4 luglio 2024. Essa impreziosisce il primo anno post sinodale mentre ci avviciniamo al Congresso eucaristico diocesano, che raggiungerà il suo apice il 30 settembre con la Messa in piazza della Vittoria e la processione eucaristica per le vie della città, coinvolgendo l’intera diocesi».

La santità è un itinerario da percorrere insieme, avvicinando senza ipocrisia i poveri e i sofferenti nel vicendevole scambio della carità di Cristo.

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