Il commento al Vangelo domenicale, disponibile da ogni sabato precedente,
a cura di Don Stefano Ecobi, presbitero della Diocesi di Lodi
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26 marzo 2023 – V^ Quaresima (Anno A): Udire la vita
Udire la Vita
Le scene che il Vangelo di questa domenica ci presenta sono un susseguirsi di notizie udite, e azioni compiute di conseguenza. «All’udire» della malattia di Lazzaro, Gesù attende due giorni e poi decide di andare in Giudea, dove l’amico abitava. Marta, sorella di Lazzaro — che nel frattempo è morto —, «come udì che veniva Gesù, gli andò incontro». Così anche Maria, l’altra sorella, «udito» da Marta che il Maestro è arrivato, si alza in fretta per raggiungerlo.
Gesù dimostra di essere un attento ascoltatore della vita: riconosce nel dramma di quella famiglia di amici l’occasione per portare una parola forte, capace di rinnovare la vita. Allo stesso tempo, pur sapendo bene che di lì a poco avrebbe risvegliato Lazzaro dal sonno della morte, non resta indifferente di fronte al dolore delle sorelle, e «si commosse profondamente». Il Signore si lascia commuovere da quel dolore che lui è venuto a guarire.
Ma l’udito ha ancora un ruolo da giocare. Gesù si rivolge al Padre con una preghiera che ci sorprende: non una supplica per l’amico defunto, bensì un ringraziamento perché, dice, il Padre l’ha ascoltato. Eppure, il miracolo non è ancora compiuto…Tuttavia, tra Padre e Figlio la sintonia è tale che l’intesa è immediata. Così, come in anticipo su ciò che ancora deve avvenire, Gesù rende grazie perché, lo sa bene, il Padre sempre gli dà ascolto. E, non secondario, anche Lazzaro dà ascolto a Gesù: il grido «a gran voce» risveglia l’amico dal sonno di morte. Non c’è distanza che la voce del Signore non sia in grado di colmare, non c’è sonno né morte che possa essere di ostacolo a Gesù, che è «la risurrezione e la vita». Fa eccezione soltanto il cuore che decide ripetutamente e ostinatamente di chiudere le proprie orecchie alla sua Parola.
Il Vangelo, dunque, ci invita a ricordare che il Signore non è indifferente al nostro dolore che grida a lui. E ci sprona a metterci d’impegno affinché le orecchie del nostro cuore non siano sorde a Gesù, che è la Parola e la Vita, domandandogli anche di non arrendersi se, ai primi richiami, dovesse trovarci troppo assonnati.
Don Stefano Ecobi
ARCHIVIO
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11 dicembre 2022 – III Domenica di Avvento (Anno A): “Maneggiare con umiltà: i dubbi del profeta”
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27 novembre 2022 – I Domenica di Avvento (Anno A): “Il Dio delle sorprese: l’Imprevedibile atteso”