Secondo approfondimento della sezione Temi&Opinioni del sito della Diocesi di Lodi

Noi, Manzoni e la modernità

«Colui che tiene in mano il cuore degli uomini»

L’anno scorso si è celebrato il 150° anniversario della morte di Alessandro Manzoni (1785-1873), anche nel territorio della Diocesi di Lodi non sono mancati appuntamenti di vario genere per ricordare l’opera dello scrittore. Vogliamo continuare ad approfondire la figura di Manzoni a partire dai Promessi sposi e la sua modernità. L’articolo introduttivo è curato da don Flaminio Fonte, l’intervista video al prof. Frare è a cura di Luca Servidati e don Flaminio Fonte.

Cuore, popolo e società

Alessandro Manzoni prima di essere il grande autore, che tutti noi conosciamo, è un raffinato studioso, un autentico divoratore di libri. Anzi, proprio perché è uno studioso serio ed appassionato, è il grande scrittore noto a grandi e piccini. Egli, infatti, approfondisce sempre più analiticamente i vari problemi che lo studio rigoroso della realtà gli presenta di volta in volta. Durante la stesura dei suoi testi apre continuamente nuove finestre, tra indagini storiche e raffinamenti linguistici. Questo spiega il bisogno di fare e rifare da capo, dilatando i tempi di composizione delle opere, forte anche dell’aiuto di tanti amici e collaboratori. Manzoni non si limita mai a qualche infarinatura sul tema, ma approfondisce, cercando di cogliere ragionevolmente il quid di ogni questione e di sistematizzare le implicazioni. La sua scrittura e, quindi, a monte, i suoi studi sono multiprospettici.

La Bibbia, non a caso, è la sua prima fonte, tale da costituire un vero e proprio filo di Arianna tra le pagine dei suoi libri. Non si tratta, però, di citazioni esplicite o meno, quanto di un sistema capace di raccontare l’onniscienza divina, proprio attraverso la somma intricata delle prospettive, il guazzabuglio cioè quel conflitto disordinato di forze vitali che si scatena prima nel cuore dell’uomo e quindi si riversa nella società. La radice biblica della scrittura manzoniana è proprio nella multiprospetticità del racconto capace, ogni volta, di mettere in scena l’onniscienza divina dentro i marosi della storia umana. Manzoni, infatti, riconosce all’esigenza logica di verità un primato assoluto cui sottopone ogni aspetto del reale costruendo un autentico sistema integrato e solido e non una semplice somma di vedute disparate.

Manzoni è immerso nel grande dibattito culturale, teologico, politico e sociale tra intransigenza e liberalismo che attraversa tutto l’Ottocento. Vive in un tempo complesso, tra la fine dell’ancien régime e gli esordi dell’età umbertina, attraversando la Rivoluzione Francese, l’impero napoleonico, la Restaurazione ed il Risorgimento. La sua posizione è difficile da precisare. Per parte di madre, Giulia Beccaria, viene dal mondo liberale e guarda con sconcerto alla Restaurazione. Egli è però consapevole che i principi del ‘89 non sono altro che valori evangelici sfuggiti di mano. Eppure, la sua ricerca è più profonda; quello che a lui interessa è il cuore dell’uomo, questo è il vero ambito della sua indagine.

Egli è sostanzialmente un agostiniano: giunge a Sant’Agostino e alle sue acute intuizione attraverso lo studio del Seicento francese: Pascal, Bossuet, Massillon, Nicole, Bourdalue, Racine… Così, Manzoni, sposta continuamente tutto il dibattimento dall’esterno all’interno dell’uomo; intransigenti, liberali, giansenisti, patrioti e filoaustriaci dibattono anche in maniera virulenta, ma il fulcro del problema è nel cuore dell’uomo. La provvidenza non è mai nella successione frenetica degli eventi e nel loro concatenarsi, bensì nella coscienza di ciascuno, ove è «Colui che tiene in mano il cuore degli uomini» (Promessi sposi, cap XX).

don Flaminio Fonte

  • Pierantonio Frare è ordinario di Letteratura italiana presso la Facoltà di Scienze della Formazione e Direttore del Dipartimento di Italianistica e comparatistica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Accademico della Classe di Lettere dell’Accademia Ambrosiana e cofondatore e condirettore della “Rivista di studi manzoniani”. È autore, tra gli altri, de La scrittura dell’inquietudine. Saggio su Alessandro Manzoni (Olschki, 2006) e Leggere «I promessi sposi». Guide alle grandi opere (Il Mulino, 2016).

Intervista video

Don Flaminio Fonte è presbitero della Diocesi di Lodi, direttore dell’Ufficio Arte Sacra e Beni Culturali, Docente Cristologia e Arte e Teologia, Teol. Dialogo interrelig., Islamismo e Relig. orientali e Storia delle Religioni presso l’I.S.S.R. “Sant’Agostino”

Luca Servidati è collaboratore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali e Caritas, filosofo e consulente filosofico (https://katametron.it/)

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